Giovani e cannabis: un rapporto da controllare con attenzione

I consigli del dottor Tosetto del SerD che da anni si occupa di giovani e sostanze stupefacenti. Il ruolo dei genitori e il dialogo con i centri di riferimento

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Ricorre oggi, 26 giugno, la Giornata Internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di stupefacenti.

Da anni, nel territorio varesino esiste un Servizio di Prevenzione e Cura delle Dipendenze (Ser.D.) ereditato dalla ASST Sette Laghi dall’Asl di Varese.

Il Centro Dipendenze Giovanili (Con-t@tto, https://www.asst-settelaghi.it/giovani-e-rischio) è dedicato ai minori e ai giovani sino ai 21 anni per gestire al meglio le situazioni di sperimentazione, uso e abuso di cannabinoidi.

Con-t@tto è un luogo dove il giovane e la sua famiglia possono ricevere informazioni, avviare una diagnosi precoce ed essere destinatari di interventi psicologici, educativi, sociali e sanitari effettuati da operatori specialisti. Al Centro possono rivolgersi anche operatori e Servizi della rete territoriali coinvolti in situazioni riguardanti persone in età inferiore ai 21 anni.

«La cannabis si conferma la sostanza psicoattiva illegale più diffusa – afferma Claudio Tosetto, Responsabile del Servizio Dipendenze (SerD) dell’ASST Sette Laghi, afferente al Dipartimento di salute mentale guidato dal Dott. Isidoro Cioffi –  Quasi un terzo dei 15-19enni, l’ha utilizzata almeno una volta nella vita».

«Al di là dei numeri e dei meri aspetti sanitari – continua Tosetto – cioè che i cannabinoidi in sé siano nocivi all’organismo umano, soprattutto se in crescita come quello degli adolescenti, un dato assodato da tutta la letteratura scientifica, la discussione attorno alla liceità o meno dell’uso di cannabinoidi va inserito secondo noi in una più ampia riflessione di tipo educativo.
Si è passati da una famiglia con  regole, normativa, ad una  famiglia  promotrice delle capacità individuali dei figli, del lasciar fare, del dare sempre ragione. La scienza ci ha spiegato che ci sono basi neurologiche che portano gli adolescenti a funzionare in un certo modo. Possiamo essere censori e autoritari, ma la loro corteccia prefrontale non è ancora completamente sviluppata e questo li porta a compiere azioni che nel migliore dei casi sono inadeguate, nel peggiore pericolose. L’uso di sostanze spesso si colloca per l’adolescente all’interno di un bisogno specifico di sperimentazione, di tentativi di autonomia, di una specifica esigenza evolutiva.
I Servizi sicuramente possono aiutare in merito ad alcuni aspetti ma non potranno mai sostituire la significativa narrazione educativa che esiste in quel nucleo familiare. È importante quindi  che i genitori conoscano la cannabis e i suoi effetti (consultando siti web scientifici, rivolgendosi per una consulenza presso i Servizi di Prevenzione e Cura delle Dipendenze). Di fondamentale importanza è osservare il comportamento del proprio figlio. Ci sono stati cambiamenti nello stile di vita? (rendimento scolastico, frequentazione di uno sport, cambi di umore ecc). Questo per capire se l’uso di cannabis è la risposta ad un grave disagio oppure è una fase di passaggio, un uso sporadico per adeguarsi al gruppo dei coetanei,un modo di esprimersi. In caso di uso sporadico è fondamentale prestare attenzione senza demonizzare la situazione, aprendo una comunicazione col proprio figlio finalizzata alla comprensione, ma anche alla definizione di regole e paletti, consultandosi   se necessario con esperti. Nel caso invece in cui l’uso è costante, è fondamentale chiedere aiuto agli specialisti per intervenire e curare.

La cannabis è dannosa, va dichiarato e non bisogna lasciare spazio all’ambivalenza! Ma è  importante  lasciare spazio al malessere evidente che si osserva (tristezza, rabbia,   chiusura   relazionale,   inadeguatezza)   ed   alla   possibilità   di   trovare   strade   da percorrere insieme. Occorre evitare di mettere in discussione il figlio come persona.
Gli adolescenti hanno bisogno di vedere chiarezza e coerenza negli adulti che sono al loro fianco. E anche di vedere che di fronte alle difficoltà ci sono strade da seguire, strategie di buona vita, di vita sana».

Le attività del SerD

Il Centro Dipendenze Giovanili (Con-t@tto) è parte del Ser.D., che afferisce al Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST Sette Laghi e si occupa di:

• problematiche correlate con comportamenti di rischio di entrare in contatto con sostanze stupefacenti o comportamenti di addiction

• sperimentazione e / o uso esperienziale di sostanze ad azione psicotropa lecite e/ o illecite

• Abuso o dipendenza da sostanze ad azione psicotropa lecite e / o illecite

• Dipendenze comportamentali (Gioco d’azzardo, uso patologico delle tecnologie digitali, dipendenze affettive, ecc.).

Nel Centro operano Medici, Infermieri, Assistenti Sociali, Psicologi, Educatori Professionali che lavorano in équipe multidisciplinare e garantiscono il raccordo di rete con tutti i servizi territoriali e con il privato sociale. Attraverso l’inquadramento diagnostico sull’uso di sostanze, valutiamo le condizioni di salute, i fattori protettivi e di esposizione al rischio e le eventuali aree di fragilità del giovane e del nucleo familiare.

Le proposte di trattamento sono:
• Counselling e sostegno psicologico
• Psicoterapia breve
• Monitoraggio sanitario
• Intervento sociale
• Supporto / tutoraggio educativo
• Attività educative e psicologiche di gruppo
• Consulenza familiare

Si accede a Con-t@tto / Centro Dipendenze Giovanili telefonando dal Lunedì al Venerdì dalle 9,00 alle 15,00 al Numero Verde 800 018280. Il Servizio è aperto al pubblico il Martedì e il Giovedì dalle 14,30 alle 17,00 e si trova a Varese in Via O. Rossi 9 nell’area dell’ex Ospedale Psichiatrico Provinciale primo piano dell’Edificio 10 (Padiglione Mensa).

Negli ultimi 5 anni (il Servizio è attivo dal 2009) Con-t@tto / Centro Dipendenze Giovanili ha preso in carico una media di 130 adolescenti l’anno assicurando assistenza anche alle loro famiglie.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Giugno 2019
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