Tra lago e colline a passo lento, quanto è bella la Mangia Bevi Bici
La nona edizione della pedalata enogastronomica sul Verbano ha portato al via quasi duecento persone. Tra piatti speciali, paesaggi inediti e chicche culturali
Il piccolo miracolo della Mangia Bevi Bici è scoprire ogni anno un paesaggio inedito. Magari non per chi abita proprio sulle sponde del Lago Maggiore, ma certo è una sorpresa per chi arriva “da fuori” per pedalare tra le colline e il lago. Ed è stato così anche quest’anno, con pedalatori dalla provincia di Varese, ma anche da Como, da Pavia e Bergamo, dal Piemonte, pronti a scoprire luoghi sconosciuti e “chicche” culturali del territorio.
Come l’oasi della Bruschera, l’altra faccia – silenziosa, appartata – del golfo di Angera, dalla parte opposta della piazza e della allea piene di persone. La vista della rocca “da dietro”, dal versante opposto in cui le austere mura medievali dominano le basse colline. O ancora la strada in selciato nel bosco che porta a Comabbio.
La formula è quella ormai ben rodata, ideata e riproposta con cura dalla Libereria della Bottega del Romeo: si pedala su percorso ben segnalato, alle soste enogastronomiche si “spendono” i ticket a disposizione (quattro a testa). Se si è in gruppo, in qualche tappa si usa un ticket per un assaggio condiviso, in altre ci si mette tranquilli per una sosta di mezz’ora. Perché la Mangia Bevi Bici si fa rigorosamente a passo lento, per godersi paesaggi, cultura, cibo. Si può anche acquistare da fattorie e caseifici, il sacchetto di prodotti lo si ritira al “traguardo” di Ispra.
Tante come sempre le realtà produttive locali coinvolte, che hanno preparato i piatti e ospitato i diversi punti di ristoro. Quest’anno sosta in due musei (Angera e Sesto Calende), ma anche al caseificio Norden di Osmate (con ricchissimo piatto di formaggi), nel delizioso cortile erboso dell’ex scuola di Capronno, con l’associazione Il Castellaccio. Sul percorso breve “tradizionale” sosta anche all’azienda agricola Bertoldo di Taino.
Tante le realtà coinvolte e che hanno risposto con simpatia, come sempre con la regia accurata di Lorenzo Franzetti e Alessandra Doridoni. E ampia è stata anche la partecipazione degli iscritti, arrivati dalla zona (con alcuni stranieri residenti intorno al Ccr), dall’area di Varese e Gallarate (anche grazie alle sezioni Fiab), una rappresentanza di Pavia, un gruppo da Como e uno da Monza, altri da Bergamo. Ma anche dalla zona del Novarese, con un nutrito gruppo da Oleggio–Bellinzago Novarese.
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