Speleologi varesini in “missione” tra trincee e linee difensive

Oltre alle attività di supporto svolte dai soci del gruppo anche la scoperta di un’installazione sotterranea austro-ungarica che, dalla fine della guerra, venne abbandonata per essere letteralmente inghiottita dal folto della boscaglia

Gruppo Speleologico Prealpino nei luoghi della Grande Guerra

A distanza di nove anni dall’ultima spedizione in Carnia, il Gruppo Speleologico Prealpino è tornato sui luoghi della Grande Guerra per ultimare i lavori di cartografia delle postazioni militari sotterranee e di superficie, un reticolo assai complesso ed articolato di trincee e installazioni che si snodano tra i monti Freikofel e Pal Grande, nel territorio di Paluzza, al confine con l’Austria.

Galleria fotografica

Gruppo Speleologico Prealpino nei luoghi della Grande Guerra 4 di 7

La necessità di operare nuovamente lassù è motivata dal fatto che in questi anni sono state ripristinate parecchie trincee e linee difensive, un lavoro ammirevole condotto da gruppi di volontari e alpini in congedo che nel periodo estivo si recano sul Monte Freikofel, ad oltre 1700 metri di quota, per partecipare agli scavi e alla ricostruzione delle postazioni distrutte sia dai bombardamenti dell’epoca che dal passare del tempo.

Nel corso di quasi un decennio la mappatura di questi luoghi, ora divenuti “Museo All’Aperto della Grande Guerra”, andava necessariamente aggiornata con l’inserimento dei nuovi siti ripristinati e quindi visitabili. Gli accordi tra il Presidente del G.S. Prealpino e il Presidente dell’Associazione Amici delle Alpi Carniche, sodalizio che gestisce i lavori di recupero e valorizzazione del Museo all’Aperto, hanno quindi dato il via alla spedizione dello scorso agosto, che ha visto la partecipazione di 12 soci. Per un’intera settimana tutti impegnati nelle operazioni di rilevamento topografico, scavi per la riapertura di antiche gallerie, sorvolo e rilevamenti fotografici con l’ausilio di un drone, nonché riprese video destinate alla realizzazione di un interessante documentario che racconta la storia di queste montagne, il recupero delle antiche installazioni di guerra presenti lassù e il grande lavoro condotto in tal senso proprio dagli speleologi. Le giornate trascorse tra il Freikofel e il Pal Grande hanno richiesto lunghe ed impegnative camminate ripercorrendo l’antica linea difensiva, spostamenti necessari per effettuare misurazioni e verifiche relative agli aggiornamenti topografici. Come “campo base” è stata utilizzata una semplice e poco confortevole baracca ampia pochi metri quadrati, situata ad una trentina di metri dalle trincee della prima linea. Un alloggio ricostruito fedelmente con legno e pietra sulle rovine di una struttura militare che, durante la guerra, ospitava soldati impegnati nei combattimenti.

Gli speleologi hanno quindi vissuto nelle stesse condizioni dell’epoca, ovvero solo acqua fredda per lavarsi, una sfufa a legna per cucinare e per il riscaldamento, letti a castello ricavati con tavolacci in legno e illuminazione con lampade a gas e candele, oltre all’assenza di copertura della rete telefonica. Un’esperienza che, pur richiedendo qualche sacrificio, è stata comunque apprezzata, soprattutto da coloro che per la prima volta si sono trovati in quei luoghi privi delle comodità e agiatezze del giorno d’oggi. Durante i lavori destinati all’aggiornamento cartografico, gli speleologi hanno anche effettuato un’interessantissima scoperta, ovvero un’installazione sotterranea austro-ungarica lunga una cinquantina di metri che, dalla fine della guerra, venne abbandonata per essere letteralmente inghiottita dal folto della boscaglia. Al suo interno sono state rinvenute antiche scale in legno, ormai quasi completamente distrutte dal tempo, oltre a moltissimi bossoli di proiettili per fucile e mitragliatrice.

Gruppo Speleologico Prealpino nei luoghi della Grande Guerra

Il ritrovamento più sensazionale riguarda tuttavia un’originale iscrizione su parete, rigorosamente in lingua austriaca, con indicazioni legate al battaglione che la occupava e l’anno in cui il manufatto venne realizzato, ovvero il 1916. L’iscrizione termina con la frase suggestiva: “AI NOSTRI PER PROTEZIONE, AL NEMICO PER SMARRIRLO E PER CONDURLO ALLA PAZZIA”. Certamente doveva trattarsi di una postazione particolarmente strategica, scavata su due livelli nella roccia viva per trasferire truppe da combattimento in prossimità delle linee di fuoco nemico. Il lavoro del G.S. Prealpino si è difatti svolto sia in territorio italiano che in quello austriaco, essendo le due linee difensive molto vicine, costruite per chilometri lungo la linea di confine attraversando anche zone assai impervie, e non di rado gli operatori impegnati in scavi per la riapertura di passaggi sotterranei sepolti dai bombardamenti, si sono trovati tra le mani pericolosi ordigni o parti di congegni che costituivano armamenti e materiale bellico dell’epoca. Per tutto l’autunno gli speleologi saranno impegnati nell’elaborazione e stesura dei dati raccolti, informazioni che verranno condensate in una pubblicazione in grado di riassumere tutto il lavoro svolto in molti anni. Ad essa sarà abbinato un DVD con il relativo documentario. Un lavoro davvero esclusivo e in grado di illustrare agli appassionati quante cose interessanti ci sono lassù da visitare e conoscere.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 31 Agosto 2019
Leggi i commenti

Galleria fotografica

Gruppo Speleologico Prealpino nei luoghi della Grande Guerra 4 di 7

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.