Stalking, parla Alessia Orro: “Ora sono più serena ma dico alle donne di denunciare”

La giocatrice della Uyba ha parlato della vicenda di stalking che ha portato all'arresto del suo persecutore. Il dg Barbaro: "Rapporto coi tifosi sani non cambia ma staremo più attenti"

Parla da donna finalmente libera Alessia Orro, vittima della vicenda di stalking che si è conclusa nella giornata di lunedì quando gli uomini del Commissariato di Polizia di Busto Arsizio hanno arrestato a Malpensa Angelo Persico, di ritorno da Olbia, proprio dove la UYBA era impegnata in un’amichevole. Una delle tante trasferte di cui il cinquantatreenne novarese si era fatto carico per seguire la pallavolista sarda e reiterare le sue avances.alessia orro uyba

Accompagnata dal suo procuratore Paolo Buongiorno, dal direttore generale UYBA Enzo Barbaro e, spiritualmente, da tutte le giocatrici e i tifosi “sani” della squadra bustocca, parla sapendo di aver finalmente chiuso un brutto capitolo: «In questi mesi non mi sono mai sentita sola: compagne e società ci sono sempre stati. Ai primi messaggi non ho dato tanto peso, poi quando sono incominciate le minacce ho capito che non fosse un tifoso normale e ho iniziato anche a spaventarmi. Ho scoperto che la cosa migliore da fare è chiedere aiuto, non chiudersi in sé stessi. So che ci sono tante donne che si sono trovate o si trovano tuttora nella mia stessa situazione, so che può essere difficile, che alle volte non si dà peso ai segnali, ma bisogna trovare il coraggio di reagire. Non potrò mai ringraziare abbastanza la società per il sostegno che mi ha dato. Quando veniva agli allenamenti lo controllavano, e alla fine mi riaccompagnavano a casa, mi sono sentita sempre protetta. Nei rari momenti in cui non mi allenavo o non ero con il mio fidanzato però la paura di fondo riaffiorava, e per questo credo sia importante cercare soluzioni per evitare che vicende del genere abbiano luogo ancora. Questo non cambia però il rapporto che ho con Busto e i suoi tifosi, con i quali ho stretto un forte legame. Certo è che ci penserò 10 volte a rispondere sui social a qualcuno che non conosco».

alessia orro uyba

Anche Barbaro ci tiene a sottolineare l’importanza dei tifosi che, anche se sfegatati, non si sono mai permessi di oltrepassare la linea del rispetto verso le atlete: «la vicinanza dei fan è il bello della pallavolo, oltre che la sua forza, per la quale possiamo dire di essere più competitivi di altri sport. Da ora in avanti terremo gli occhi aperti per scongiurare il ripetersi di questi episodi, e in particolare sul mondo del web, dove è nata questa vicenda. Colgo l’occasione per ringraziare quei tifosi che ci hanno anche aiutato nel gestire quest’elemento, dialogando con loro abbiamo potuto tenerlo sotto controllo il doppio di quanto avremmo potuto fare».

A portare la vicinanza della Lega di Volley Femminile è invece Consuelo Mangifesta, ex pallavolista e attualmente responsabile della comunicazione: «Ho anch’io vissuto una situazione simile, per quanto sicuramente meno pesante e invasiva rispetto come può essere oggi con i social. La pallavolo è un mondo che accoglie i tifosi, ci siamo vicini in tutti i momenti, ma la linea tra fan e fanatico è sempre sottile, l’invito è di fare sempre attenzione alle manifestazione eccessive di affetto. Oggi questa vicenda ci permette di accendere una luce su questo fenomeno, e sicuramente spingerà chi si trova in situazione analoghe a aprirsi e a parlare come hai fatto tu. Grazie, sei un esempio così come la solidarietà di tutto il mondo della pallavolo. Meno male che adesso ricomincia il campionato e ti auguro di avere finalmente la testa dove dovrebbe essere sul campo a lottare con le tue compagne».

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Pubblicato il 26 Settembre 2019
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