Nel processo a Cozzi, Fratus e Lazzarini entra anche il caso dell’amico critico d’arte
Integrato come reato connesso il contratto da 30 mila euro col quale l'ex-sindaco legnanese e gli altri due hanno incaricato Flavio Arensi di realizzare una mostra che i legnanesi non hanno mai visto
Come anticipato a maggio di quest’anno il quarto reato di turbativa della libera scelta del contraente è quello relativo all’affidamento dell’incarico al critico d’arte amico di Gianbattista Fratus, Flavio Arensi che ora è indagato.
La vicenda prende le mosse dalle strette relazioni amicali tra l’allora sindaco, il vicesindaco Maurizio Cozzi e la stessa Chiara Lazzarini con il noto esperto d’arte che, sin dal giorno della vittoria elettorale del giugno 2017, si affiancava a Gianbattista Fratus ed era da tutti indicato come possibile assessore alla Cultura. Sfumata questa prima ipotesi, il ruolo andrà poi a Franco Colombo che scatenerà con Federica Farina e Antonio Guarneri la crisi di maggioranza.
Pur di averlo accanto Fratus, Cozzi e Lazzarini avrebbero allora provato a far ottenere ad Arensi un incarico diretto tramite il dirigente dell’ufficio Cultura Stefano Mortarino il quale, però, si è opposto citando il rischio di ritrovarsi poi la Corte dei Conti in Comune come era già avvenuto negli anni passati. A quel punto i tre scelgono di mettere in piedi una procedura cucita su misura per l’amico Arensi che prevedeva la scelta dell’organizzatore di una mostra di opere di Mimmo Paladino, Arnaldo Pomodoro ed Emilio Isgrò (quest’ultimo poi sostituito dalle opere dell’artista Bodini perchè avrebbe rilasciato un’intervista contro la Lega). Alla procedura aveva partecipato anche un’altra esperta d’arte della stessa caratura ma, come previsto, la scelta è caduta su Arensi grazie alle lettere scritte dai rappresentanti degli artisti che indicavano il critico milanese come l’unico col quale avrebbero collaborato.
L’incarico prevedeva un compenso da 30 mila euro che Arensi ha subito cercato di incassare in gran parte ma il dirigente Mortarino si è opposto alla liquidazione prima che la mostra per la quale era stato assunto si concretizzasse. Di fronte al “niet” del dirigente e con una sola scultura (di Bodini) portata a Legnano, alla fine Arensi ottiene l’anticipo di 25 mila euro dal direttore generale del Comune Barbarese, anche lui finito nell’inchiesta Piazza Pulita sulle nomine pilotate. Alla fine il critico organizzerà un solo appuntamento artistico con un’opera di Bodini.
Questa mattina il pm Nadia Calcaterra ha chiesto e ottenuto l’inserimento del quarto capo d’imputazione nei confronti dei tre imputati principali all’interno del processo che oggi è giunto alla seconda udienza. Il giudice Daniela Frattini ha rigettato l’eccezione presentata dalle difese di Lazzarini (avvocato De Castiglione) e Fratus (Bernasconi, Cacucci) mentre l’avvocato di Maurizio Cozzi, Cesare Cicorella, non si è associato ma ha chiesto la liberazione del suo assistito. I difensori di Fratus, invece, hanno chiesto di sostituire la misura cautelare dei domiciliari con l’obbligo di dimora a Castano Primo, dove risiede. Su questa richiesta il pm si è riservato il parere.
Rigettata infine anche l’eccezione presentata nella prima udienza da parte dei difensori dei tre imputati in merito alla costituzione di parte civile del Comune: per il giudice era perfettamente legittima. Prossima udienza il 18 novembre.
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