Una task force per aiutare i giovani a “non perdere la strada”

Si chiama "Inclusione sociale e lotta alla povertà". Con un finanziamento europeo Regione Lombardia interviene nelle situazioni di disagio di giovani e adolescenti

alcolismo

Prima che sia troppo tardi. È un’azione di prevenzione al disagio sociale minorile il progetto sostenuto da Regione Lombardia. Sei milioni di euro stanziati per intercettare le difficoltà dei più giovani, migliorarne le capacità relazionali, aumentare occasioni e opportunità e stimolare processi di integrazione partecipata.

Si lavora là dove minore è il dialogo e c’è poca speranza. Con giovani e giovanissimi tra i 13 e i 25 anni, all’inizio della loro vita, già in crisi per mancanza di prospettive.
Lo scorso aprile, Regione Lombardia ha trasformato 6 milioni di euro di fondi europei in progetti mirati da avviare sui territorio con la collaborazione di servizi sociali, consultori ma anche scuole, oratori, centri sportivi: ogni luogo potenzialmente frequentato dai ragazzi per percepirne quelle difficoltà iniziali che potrebbero rivelarsi drammatiche.

In provincia di Varese e di Como arriveranno 800.00 euro che si trasformeranno in voucher personalizzati per lavorare  sulla loro inclusione: « La dottoressa Poncato, direttore socio sanitario di ATS Insubria, si è immediatamente attivata creando un team specifico per attuare questi interventi – spiega la dottoressa Laura Randazzo, psicologo dirigente responsabile Sviluppo Progettualità nell’ambito dell’offerta dei servizi di ATS Insubria – Segnalazioni e casi verranno presi in carico dalle tre diverse Asst ( Sette Laghi, Valle Olona e Lariana) che invieranno a noi la documentazione per verifica delle condizioni e concessione del voucher con cui attivare i servizi, diversi a seconda del caso».

Le difficoltà a cui fa riferimento la delibera sono situazioni problematiche iniziali: difficoltà alle relazioni famigliari o di gruppo, condizioni di stress, devianza o disturbi alimentari, fallimento scolastico con rischio di abbandono, isolamento sociale, problemi psicologici o comportamentali, finanche bullismo in tutte le sue diverse forme. Rientrano anche i giovani con episodi di alcolismo, assunzione di droghe o dipendenza da gioco ma prima che questi fenomeni creino dipendenza. Interventi possono anche essere avviati per giovani con comportamenti antisociali delinquenziali, distruttivo anche con conseguenze penali per reati connessi a risse o consumo o detenzione di sostanze.

« Il percorso è socio assistenziale  – spiega la dottoressa Randazzo – Le segnalazioni devono infatti partire dai comuni o piani di zona che raccolgono, a loro volta, il caso da una delle realtà giovanili come scuole, oratori, società sportive o enti di volontariato. Il caso passa, quindi, all’ASST di riferimento. Qui viene nominato un “case manager” che convoca il giovane e la famiglia per discutere la situazione. Insieme, se è il caso, si definisce un percorso di integrazione mirato che viene poi segnalato a noi di Ats Insubria che validiamo il programma e lo sottoponiamo a Regione Lombardia per l’approvazione e lo stanziamento dei fondi attraverso il voucher. A questo punto, vengono coinvolte le realtà che si occuperanno di offrire percorsi di integrazione costruiti sulle necessità del singolo giovane. Sono 28, in tutto, gli enti accreditati dalla regione per fornire supporto e attività».

Di questi 28 enti, sul territorio varesino ce ne sono 11 con competenze spesso differenti e integrabili nelle 4 distinte aree di intervento:
1) supporto delle competenze individuali attraverso il potenziamento della funzione educativa e scolastico-formativa
2) sostegno alla rete delle relazioni sociali prossimali
3) accompagnamento dell’adolescente alla rete dei servizi per l’attivazione di percorsi formativi e/o lavorativi
4) interventi di carattere psico/socio/educativo in presenza di fattori di vulnerabilità o problematiche connesse ad uso/abuso di sostanze o alcol

In caso di necessità, le 4 aree di intervento si integrano in un percorso di supporto globale che dura 8 mesi : « Ricordiamo che si tratta di interventi di prevenzione per evitare che situazioni delicate degenerino – ricorda la psicologa a capo dell’equipe di Ats Insubria – Siamo quindi fuori da tutte le altre aree di intervento relative alla neuropsichiatria infantile o alle dipendenze. I giovani coinvolti sono solo a rischio devianza e sono potenzialmente recuperabili con mirate azioni per superare le loro difficoltà momentanee».

Fino a oggi, sono 7 le domande prese in carico attraverso gli uffici di piano e che si attuano attraverso incontri più volte alla settimana di gruppo o individuali, con educatori professionali o assistenti sociali e psicologi. 

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Ottobre 2019
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