Caso “La Quiete”, Abate rinviato a giudizio

L’ex sostituto procuratore del tribunale di Varese poi trasferito a Como dal Csm dovrà rispondere di abuso d'ufficio e favoreggiamento continuati e minaccia per costringere un teste a commettere un reato

agostino abate

Agostino Abate è stato rinviato rinviato a giudizio. L’ex sostituto procuratore del tribunale di Varese, poi trasferito a Como dal Csm, dovrà rispondere di abuso d’ufficio e favoreggiamento continuati (artt. 81, 323, 378 c.p.) e minaccia per costringere un teste a commettere un reato (art. 611 c.p.).

Lo ha deciso il Gup del Tribunale di Brescia Riccardo Moreschi, ritenendo che sulla vicenda legata alla clinica varesina “La Quiete” serva il processo. La vicenda si trascina da anni.

Il grande accusatore è l’imprenditore varesino Sandro Polita che si ritiene danneggiato dal comportamento di più soggetti (5) che avrebbero favorito precedenti proprietari della casa cura con l’obiettivo di avere poi fatto fallire le diverse società che gestivano la struttura, tra cui la capogruppo Ansafin (di Polita). A marzo il gip di Brescia aveva rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura per Abate, il pubblico ministero varesino (al tempo dei fatti) che si occupò della vicenda Quiete.

Ad aprile, il 23, comincerà il processo, dunque. Soddisfatto Sandro Polita, che in una nota commenta:

«Io e la mia famiglia siamo già stati ammessi Parte Civile per i gravi e ingenti danni morali e patrimoniali patiti, sia personalmente che dalle nostre aziende, per effetto delle condotte del suddetto ex Pubblico Ministero, e che ammontano a diversi milioni di euro – scrive Polita, assistito dall’avvocato Matteo Montorsi -. Con il provvedimento odierno viene restituita dignità e fondatezza alle ragioni mie e della sua famiglia. Il provvedimento in questione è anche il risultato del lavoro di gruppo, di persone e professionisti che si sono spesi, anche umanamente, con grande determinazione a cominciare dall’Avv. Prof. Oreste Dominioni, Prof. Valerio Onida e dall’Avv. Ivano Chiesa».

Conferma il rinvio a giudizio il legale di Agostino Abate, l’avvocato Alberto Scapaticci ma l’ex sostituto procuratore commenta così il rinvio a giudizio: «Informo che il GUP in Brescia ha ritenuto necessario il giudizio innanzi al Tribunale per le accuse mossemi da un imputato della nota indagine varesina “la Quiete”, condotta contro Sandro Polita più altri per numerosi e gravi reati, quali più bancarotte, peculato, corruzione, calunnie, tentate estorsioni ed altro.
La Procura della Repubblica di Brescia aveva già presentato quattro volte richiesta di archiviazione ed in udienza ha chiesto il mio proscioglimento, ribadendo che gli atti dimostrano che non ho commesso nessuno dei fatti contestatimi e che non ho mai favorito alcuna persona indagata o da indagare.

Sono anni che determinate persone imputate a Varese muovono false e calunniose accuse presentando decine di denunzie nei miei confronti, tutte archiviate – continua Agostino Abate- .
Il loro obiettivo è di delegittimare il lavoro fatto in oltre trent’anni a Varese, per garantirsi l’impunità dai reati scoperti nelle indagini da me condotte.
E’ bene ricordare che il Tribunale Civile di Milano, per i fatti emersi nell’indagine varesina “La Quiete”, ha già condannato gli amministratori di quelle società a risarcimenti milionari a favore delle stesse società fatte fallire, con la perdita di tanti posti di lavoro, la scomparsa di imprese sanitarie centenarie, e debiti non onorati verso i fornitori e lo Stato per oltre quaranta milioni di euro.
Il giudizio a Brescia si terrà nell’aprile 2020.
Sarà l’occasione per ribadire la mia totale estraneità ad ogni accusa e la mia assoluta correttezza personale e professionale, ma anche di far emergere pubblicamente l’intento calunnioso delle persone interessate ed i gravi comportamenti di altre persone ricoprenti incarichi pubblici che oggettivamente hanno favorito i loro disegni».

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Novembre 2019
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