All’Insubria un hackathon per imparare a fare impresa

L'iniziativa si inserisce nell'ambito dello Startup lab, un corso nel quale gli studenti lavorano a stretto contatto con una startup che sottopone loro alcune problematiche di business

Generico 2018

Utilizzare l’hackathon, ovvero un evento nel quale si riuniscono esperti di diverse discipline con l’obiettivo di sviluppare soluzioni digitali in brevi lassi di tempo, come strumento didattico. Rischia di essere un’esperienza pionieristica quella lanciata nell’ambito del master in Global Entrepreneurship Economics and Management dell’Università dell’Insubria.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito dello Startup lab, un corso nel quale gli studenti lavorano a stretto contatto con una startup, che sottopone loro alcune problematiche di business chiedendo loro di elaborare soluzioni per risolverle. Lanciato un paio di anni fa, quest’anno il corso ha visto due novità.

La prima appunto nella forma, che ha permesso così di coinvolgere, insieme a quelli di Economia, anche studenti del dipartimento di Informatica. La seconda nel fatto che la startup coinvolta è Sociallibreria, che dell’Insubria è uno spinoff. Ovvero un’azienda nata in ambito universitario per trasferire sul mercato i risultati delle ricerche condotte in ambito accademico.

«In Italia il sistema accademico è costruito in silos che sono lontani dal mondo del business. Lo Startup lab voleva essere un primo ponte tra questi mondi», spiega il direttore del master professor Alberto Onetti, «il secondo passo, ed è il motivo per cui abbiamo voluto l’hackathon, è stato quello di mettere insieme studenti con background diversi».

Tre gli obiettivi posti da Socialibreria, ciascuno dei quali ha coinvolto due differenti team di studenti, tutti centrarti sul fintech, ovvero l’innovazione digitale nel mondo della finanza. Il primo consisteva nel condurre uno studio di mercato, il secondo nell’elaborazione di un sistema Ict, il terzo nella definizione di un’idea di business in questo settore.

Nell’ambito di quest’ultimo obiettivo sono nate quelle che oggi sono due idee, strutturate e dotate di un modello di business, che potrebbero diventare delle vere e proprie startup. La prima si chiama Velox Shop e ha l’obiettivo di sostituire le fidelity card delle diverse realtà commerciali che fanno ovviamente capo al medesimo gruppo con un’unica tessera ed un’unica app. Dando ai clienti la possibilità di convertire i punti raccolti in sconti oppure in una criptovaluta spendibile solo all’interno dell’app.

Il secondo progetto, My Easy Pocket, sfrutta invece la direttiva europea sull’open banking, normativa che prevede che, ovviamente dietro consenso del cliente, le diverse realtà attive nel comparto bancario possano scambiarsi i dati. L’idea è quella di sviluppare un’app che consenta alle persone di gestire più di un conto corrente attraverso un’unica app.

Sociallibreria ha deciso di investire in entrambe le idee, mettendo a disposizione di ciascuno dei due gruppi di studenti un finanziamento da 3mila euro per aiutarli a trasformare la loro idea di business in un’azienda vera e propria. «Volevamo ringraziare l’Università dell’Insubria per la fiducia che ci ha riservato quando siamo partiti nel 2014», ha spiegato Danjel Delishi, l’amministratore delegato di Sociallibreria. Azienda che, dopo cinque anni di attività, si è registrata come Pmi innovativa e punta ad entrare nel mercato del fintech. Ma dimostra di non aver dimenticato le proprie origini.

Riccardo Saporiti
riccardo.saporiti@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Dicembre 2019
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