“La situazione di Malpensa è simile a quella di Taranto e l’Ilva”
È il parere, durissimo, del Comitato Cittadini di Varallo Pombia, in occasione dei 20 anni di Unicomal

“Il nostro scenario si può paragonare ai problemi di Taranto con l’Ilva; i danni agli abitanti di questa zona. Il rapporto tra Sea, una società per azioni, e il territorio, deve cambiare completamente”. Ferruccio Gallanti non usa mezzi termini e attacca frontalmente il gestore aeroportuale di Malpensa. In occasione dei 20 anni di UniCoMal, l’Unione Comitati Comprensorio Malpensa, il presidente del Comitato Cittadini di Varallo Pombia ha detto la sua sulla situazione dell’aeroporto, spiegando anche i motivi che lo hanno spinto a creare quest’associazione.
“Siamo nati un anno fa per difendere le istanze dei cittadini dell’area piemontese a ridosso dell’aeroporto. Malpensa impatta su una vasta zona, non solo i comuni attigui. Non possiamo dire di aver riscontrato un grande appoggio dalle istituzioni; per fortuna abbiamo la giustizia a cui fare riferimento. Il nostro territorio – è il punto su cui insiste Gallanti – non può subire l’aeroporto : è Sea che deve adattarsi al territorio, mentre in questi anni è avvenuto il contrario”.
Gallanti si sofferma quindi sul bridge, di cui ha un’opinione fortemente critica che aveva espresso in una lettera inviata ai giornali pochi giorni dopo la conclusione del progetto: “È stato un disastro. È stato realizzato con una carenza di adempimenti normativi spaventosi: la determinazione delle aree di rischio e le curve di isorischio. Il primo determina la sussistenza o meno di strutture edilizie, come ospedali e infrastrutture; il secondo invece determina l’area di rischio che deve essere considerata. Se un aereo precipita, ha un’area di danno non indifferente, completamente ignorata a Malpensa. Abbiamo chiesto se sono state fatte riunioni preventive. Nessuno ci ha risposto; evidentemente non sono state fatte. L’impatto di un aeroporto non è solo sulla salute, ma anche sulla vita dei cittadini. Non può continuare a espandersi senza considerare il territorio”.
La responsabilità è anche dei sindaci, che per Gallanti – seguito a ruota da tutti i rappresentanti di UniCoMal – “non considerano, o non vogliono considerare, questi problemi. Dovrebbero cominciare ad andare nelle commissioni aeroportuali con i tecnici. Spesso, infatti, i sindaci non sanno cos’è una mappa acustica. Mi è capitato di doverlo spiegare. Non è tollerabile”.
“Adesso – continua – mi auguro che questa richiesta venga presa in considerazione; che i sindaci abbiano la responsabilità istituzionale di rendersi conto che è tempo di cambiare”. Ma rimane dubbioso e, sul nuovo master plan si chiede se “forse è già stato presentato dalla Sea all’Enac, e i sindaci obtorto collo dovranno accettarlo. Su questo dobbiamo fare molta attenzione”. Il gestore di Malpensa ha già dichiarato che l’aeroporto può reggere il traffico del bridge, e che “nel 2026 si raggiungerà il numero di passeggeri che abbiamo avuto in questi mesi”.
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