«Simulò il furto del fucile», quarantenne a processo
Il fatto connesso con una rapina al distributore avvenuta nel 2016 a Cocquio Trevisago

L’uomo accusato di aver rapinato il distributore di benzina sullo “stradone” di Cocquio Trevisago nel 2016 è stato arrestato in Svizzera e assieme ad un complice e il suo iter processuale sta seguendo una strada differente da quella di una terza persona comunque implicata in quei fatti.
Si tratta di una donna di 39 anni oggi a processo per “simulazione di reato”: è accusata di aver denunciato il furto mai avvenuto nella sua abitazione di Besozzo.
Furto di un’arma da fuoco con la quale sarebbe stata messa a segno la rapina, un fucile calibro 12 a canne mozze.
Una lupara confezionata appositamente per assumere le caratteristiche ideali come arma da rapina: gittata corta ma grande potenza, e soprattutto possibilità di essere nascosta agevolmente anche in una borsa.
In udienza è stato escusso il militare che ha condotto le indagini. La prossima udienza è stata rinviata a marzo.
Il fatto avvenne il 23 giugno 2016 attorno alle 9.30 quando secondo le testimonianze raccolte dai militari una Fiat Punto entrrò nella zona di rifornimento del distributore Total Erg di via Appennini, la strada statale 629 che collega Cocquio Trevisago a Besozzo senza però fermarsi alle pompe, ma di fronte al gabbiotto dove avviene il pagamento dei rifornimenti.
Il conducente scese dal veicolo per intimare al benzinaio di dagli tutti i soldi sotto la minaccia di un’arma per poi fuggire col bottino.
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