L’esempio di Angelo, che 75 anni fa diede la vita per la libertà
Appena diciottenne, scelse di combattere nella brigata partigiana del Gallaratese: il 16 gennaio 1945 fu intercettato e ucciso dai fascisti

Sono passati 75 anni da quel 16 gennaio 1945, quando Angelo Pegoraro fu ucciso di fronte a casa, nella via di Gallarate che oggi porta il suo nome. Anche oggi, nel 2020, l’Anpi e la città hanno ricordato il sacrificio di un ragazzo diciottenne, che combatteva per un’idea.
«Angelo non era un renitente alla leva, aveva scelto di lottare» ha ricordato Osvaldo Bossi. «Scelse di prendere una parte, di essere partigiano» ha aggiunto Michele Mascella, dell’Anpi di Gallarate. Angelo Pegoraro infatti era ancora minorenne quando nella primavera del ’44 fu chiamato a lavorare nel Novarese: qui prese contatto con antifascisti e scelse di aderire alla Resistenza, anche se non era ancora in età di leva e dunque non aveva, dunque, alcun obbligo di scegliere da che parte stare. Scelse invece di combattere contro il fascismo alleato di Hitler, arruolandosi nella brigata che combatteva la pericolosa guerra partigiana di pianura tra Novarese e Varesotto.
«La storia è sempre maestra di vita ma spesso non ha allievi» ha proseguito, nel suo intervento l’assessore alla cultura Massimo Palazzi, che ha rappresentato l’istituzione comunale. «E non ne ha perché la storia non è fatta da princìpi, ma da persone che vivono la storia». Palazzi ha dunque ribadito, come già alla commemorazione per Luciano Zaro, il valore dell’esempio dei singoli, al di là di idee e princìpi.
Francesco Larghi, un parente indiretto, e la presidente Anpi provinciale Ester De Tomasi hanno così ricordato anche l’Angelo Pegoraro ragazzo, non eroe ma ventenne che doveva affacciarsi alla vita. «Voleva formare una famiglia, trovare un lavoro, vivere in pace», ha detto De Tomasi, che ha rivolto anche un pensiero ai parenti lasciati e in particolare «alla madre, sopravvissuta alla morte del figlio».
Sempre De Tomasi ha ribadito però anche il valore dell’esempio per il valore dell’antifascismo da rinnovare: «Siamo qui perché siamo vigili, in un momento in cui è tangibile il rischio per la democrazia».

Come detto, la commemorazione è stata organizzata come ogni anno da Anpi Gallarate, ma hanno partecipato anche altre realtà, i partiti politici, ARCI, Cgil, come ogni anno anche singoli cittadini, fino ai giovanissimi.
Un impegno per la memoria che, ha ricordato il presidente Anpi Michele Mascella, proseguirà anche con la celebrazione del Giorno della Memoria con la commemorazione in programma alle 11 di domenica 26 gennaio e il giorno dopo, il 27, con uno spettacolo teatrale curato curata dalla compagnia Instabile Quick.
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