Anche le sardine chiedono un intervento sulla manifestazione del 10 febbraio
I referenti del gruppo Sardine Varesne hanno scritto al Prefetto, al sindaco e al Ministro dell'Interno per chiedere di vietare la manifestazione dell'estrema destra per la Giornata del Ricordo

Anche il gruppo Sardine Varesine chiede alle autorità un intervento in merito alla manifestazione organizzata per questa sera a Varese da gruppi di estrema destra in occasione della Giornata del Ricordo.
I referenti del movimento della provincia di Varese hanno scritto al Prefetto di Varese, al Sindaco e per conoscenza al Ministro degli Interni Lamorgese, circa la manifestazione, esprimendo “profondo turbamento” e chiedendo al Comune di Varese che si doti di un regolamento sul modello di quello del Comune di Parma.
“Ci riconosciamo nei valori costituzionali di difesa della democrazia e ripudio del fascismo in tutte le sue forme, accogliamo e facciamo nostro l’appello del comitato provinciale di Varese di Anpi, che esprime preoccupazione per il clima di apparente indifferenza ed accettazione passiva verso la prevista manifestazione in oggetto – si legge nella nota diffusa dal gruppo varesino delle Sardine – Troviamo che sia il diritto sostanziale a dover prevalere, ci interroghiamo su due aspetti non del tutto scontati che muovono le nostre coscienze a scrivervi: il diritto a manifestare ed a esprimere liberamente le proprie idee è un diritto chiaramente riconducibile al più generale principio di uguaglianza, sancito dalla nostra Costituzione all’art. 3, avvertiamo un forte pregiudizio che certi movimenti hanno nei confronti di tale principio che oggi fruttano a loro vantaggio chiedendo di manifestare; inoltre la cultura sovranista, egoista, a tratti xenofoba è in pieno conflitto con il principio solidarista sostanziato all’art. 2 della Costituzione”.
Nella lettera inviata alle autorità, il movimento chiede di vietare la manifestazione: “Non sarebbe la prima volta che a questi movimenti verrebbe vietato di manifestare. Ricordiamo, tra tutti, Milano quando l’allora Prefetto Lamorgese (che ci legge in c.c.), oggi Ministra degli Interni, vietò la manifestazione promossa dagli stessi gruppi che oggi si propongono a Varese. Ci sono molti fatti di cronaca che ci permettono di dire che esiste, oggi, un fermento in quegli ambienti da chiedervi di riconsiderare, tempi, modi e modalità di svolgimento della manifestazione in programma. Troviamo esista un forte problema legato alla sicurezza per il centro storico dove esiste il rischio di infiltrazioni di ogni tipo. Confidiamo nel fatto che questa manifestazione non leda in alcun modo la libertà di ogni cittadino di recarsi in centro. Facciamo nostra la richiesta di Anpi, qualora vogliate comunque consentire la parata, affinché l’attenzione delle forze dell’ordine sia massima riguardo le eventuali violazioni della legge Mancino in particolar modo negli articoli 2 e 4”.
Il documento si chiude con una precisa richiesta al Comune di Varese: “Avvertiamo, infine, l’esigenza di un codice deontologico per concedere qualsivoglia permesso da parte del Comune. Codice che intercetti i valori di contrasto a ogni forma di odio, xenofobia e razzismo, dichiarandosi espressamente antifascisti, su modello del Comune di Parma. Invitiamo il Sindaco a farsi portavoce di tale istanza”.
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