Ospedale di Cuasso, il Comitato: “Chi ha sbagliato se ne assuma la responsabilità”

L'amara riflessione del Comitato per l'Ospedale di Cuasso sulle ultime iniziative prese in merito al futuro della struttura

Cuasso al Monte - ospedale

Nulla di nuovo sotto il sole. Si intitola così la riflessione del Comitato per l’Ospedale di Cuasso sulle ultime iniziative prese in merito al futuro della struttura.

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Una riflessione amara, firmata da Gian Battista Seresini, Angelo Ferrarello e Ferdinando Buzzi, i referenti del Comitato, che vi proponiamo integralmente.

Nulla di nuovo sotto il sole.

Leggiamo sempre con molto interesse quanto appare sui quotidiani locali riguardo la gestione e le proposte sull’offerta sanitaria e socio sanitaria per il nostro territorio.

Una prima osservazione: chi può comprendere le terminologie tecniche specifiche che ritroviamo negli articoli?

Noi che viviamo l’ambiente sanitario da parecchi anni cercheremo di tradurre ai più queste proposte ”innovative”.

C’erano una volta i “distretti socio sanitari”, li hanno svuotati, ridimensionati, centralizzando le attività e regalando utenti al privato convenzionato. Ora vogliono  realizzare i PRESST, in pratica i vecchi distretti riadattati alle nuove normative regionali e in particolare la “famigerata” presa in carico dei cronici.

Cosa c’è di nuovo? Forse torneranno le prestazioni che avevamo una volta ma messe in rete con l’Azienda Ospedaliera centrale.

Domanda: se si parla di diagnostiche a cosa ci si riferisce? Le ipotesi sono molte ma quando saranno fruibili?

Veniamo a Cuasso.

Dopo le varie picconate sulla locazione, sull’isolamento e sulle spese esorbitanti scrivono senza pudore che le risorse cuassesi verranno riversate nel nascituro PRESST di Arcisate.

Abbiamo sempre sostenuto che Cuasso ed Arcisate non sono incompatibili ma completano l’offerta sanitaria pubblica del nostro territorio ed oltre. Queste affermazioni non sono nostre ma della stessa Regione Lombardia che dal 2000 in avanti ha  sempre distinto ruoli diversi tra Cuasso e Arcisate.

Infatti è in quel periodo che vengono stanziati ingenti fondi per la ristrutturazione dei poliambulatori di via Campi Maggiori ad Arcisate e del padiglione centrale dell’ospedale di Cuasso al Monte.

Arcisate è il Distretto polifunzionale mentre Cuasso è l’Ospedale riabilitativo pubblico.

Non ci dilunghiamo oltre ma sottolineiamo solo che mentre ad Arcisate, finiti i lavori di ristrutturazione, non rientrarono tutti i servizi precedentemente forniti, a Cuasso invece sono stati utilizzati almeno 3.000.000 di euro semplicemente per demolire quasi completamente il padiglione centrale.

Ripetiamo demolire perché questa fu, col senno di poi, la reale finalità delle risorse pubbliche investite. Nessuno ha pagato per questo scempio.

A demolizione completata, parte ugualmente un appalto “capestro” per la gestione del calore per tutti gli spazi teoricamente disponibili. A fronte di una spesa storica annuale di circa 500.000 euro, con i nuovo appalto di durata quinquennale (2009/2014) si raggiunse la cifra iperbolica di 1.200.000 euro all’anno. Quindi altri 3.500.000 euro con finalità distruttive.

Aggiungiamo le spese per la ristrutturazione della cucina (110.000 euro) subito dopo chiusa con rottamazione di tutte le attrezzature appena installate.

Aggiungiamo ancora il costo per la realizzazione dell’eliporto (100.000 euro) utilizzato solo due anni e poi abbandonato…

Da allora tutte le manutenzioni ordinarie e straordinarie non vengono più effettuate lasciando nel degrado più totale gli edifici, gli impianti tecnologici ed il parco.

Aggiungiamo la giostra delle cifre sui presunti costi dell’Ospedale di Cuasso: le cifre apparse sulla stampa servono solo a fare clamore per giustificare le scelte che si stanno compiendo. Noi ci atteniamo alle dichiarazioni ufficiali del D.G. Callisto Bravi nella lettera di commiato dopo 6 anni di gestione, che sottolineava la spesa annuale attestata sui 2.500.000 euro senza peraltro indicare le entrate che, nonostante la minima funzionalità imposta, riportano il bilancio cuassese sicuramente in pareggio.

Non possiamo accettare dichiarazioni dai nostri vertici regionali ed aziendali del tipo: “Scordiamoci il passato ed andiamo oltre”. Il loro “andare oltre” ha significato preciso: affidare la gestione dell’ospedale a soggetti privati.

La politica e i  vertici regionali e aziendali devono realizzare e gestire l’offerta pubblica di sanità. Non possono affidare ad altri quello che è nelle loro funzioni istituzionali in concerto con la comunità locale e i loro rappresentati.

I nostri molteplici contatti con tutti i livelli istituzionali faceva ben sperare nella costituzione di una regia condivisa per vagliare le soluzioni per il rilancio di Cuasso; diversamente ci siamo ritrovati un bando di cessione per la ricerca di soggetti privati interessati.

Alla popolazione, a tutte le istituzioni sanitarie, a tutti gli organi dello stato e alla stampa, chiediamo di confrontarsi con questa realtà e con questi numeri e trarre le dovute conseguenze.

Se sarà chiusura è giunto il momento che chi di competenza se ne assuma le responsabilità e il patrocinio senza ricorrere a dichiarazioni e giustificazioni infondate.

Il Comitato per l’Ospedale di Cuasso

 

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Pubblicato il 27 Febbraio 2020
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