“Scarpe e ciabatte a domicilio. Così aiutiamo gli anziani”
Non solo negozi di alimentari: a Castronno Marco Lazzarotto si è offerto di aiutare le persone portando a casa loro pantofole nuove. "Non chiameranno in molti, ma noi ci siamo"
Le farmacie lavorano a ritmo serrato e quelle di Castronno non fanno eccezione. La gente rispetta le regole imposte dall’emergenza, si mette in coda a distanza, ma la richiesta di medicinali è quella di sempre, se non aumentata.
A Castronno ieri si è registrato il primo caso di coronavirus e il sindaco Giuseppe Gabri ha avvertito i suoi concittadini che i controlli in queste ore saranno serrati
Il comune ha attivato una rete di sostegno con negozi di alimentari e farmacie che faranno servizio a domicilio agli anziani o alle persone che non possono spostarsi dal domicilio (qui i numeri utili)
Tra questi c’è Marco Lazzarotto, di Lazzarotto calzature, negozio in via Matteotti 14 a Castronno. «Lo so che pare strano che un negozio come il mio si offra di portare calzatura a domicilio – dice Marco – I nostri non sono prodotti di prima necessità, ma in questo caso non è del tutto vero. Non ci offriamo di consegnare scarpe rosse tacco dodici, ma pantofole, ciabatte e pantofole per la riabilitazione. Abbiamo pensato che potrebbero esserci anziani che devono andare in ospedale o più semplicemente che devono cambiare le pantofole di casa perché si sono rotte e allora ci siamo noi. Ci telefonano e noi gliele portiamo a casa.
Quante saranno le chiamate? Una, due? Non importa: non lo facciamo per incassare, ma per aiutare chi ha bisogno».
Marco Lazzarotto ha una rete di clienti molto numerosa, di tutti i suoi acquirenti ha i numeri di telefono e tiene i contatti via Whatsapp: «Sono oltre 500 – spiega – e quando hanno saputo di questa iniziativa mi hanno mandato messaggi di incoraggiamento e di ringraziamento. Già solo questo mi basta. Volevo fare qualcosa per gli altri, sarà un periodo lungo e difficile; volevo dire: io ci sono».
E insieme a lui c’è il panificio Venturuzzo che questa mattina aveva la coda fuori dal negozio: «Ci siamo offerti di portare la spesa a domicilio – dice – anche se il lavoro è tantissimo in questo periodo. E intanto serviamo anche in negozio: invitiamo i nostri clienti a stare in coda e ad entrare solo due alla volta nel nostro piccolo negozio di alimentari; si fa fatica a rispettare le regole ma è un momento così complicato e surreale che dobbiamo portare tutti molta pazienza».
L’emergenza coronavirus sta mettendo in difficoltà invece Gionata, titolare del negozio di parrucchiere “Diamoci un taglio”: «Il lavoro è calato molto – spiega – e non faccio fatica ad ammettere che se dovesse andare avanti così spero in un aiuto concreto del Governo. Noi accettiamo clienti solo su appuntamento e per fortuna il negozio è abbastanza grande da accogliere tre persone che stanno a distanza di un metro l’una dall’altra, ma non basta. Se dovesse peggiorare la situazione speriamo ci facciano chiudere per il tempo necessario, ma questo sarà possibile solo prevedendo sgravi fiscali o agevolazioni per noi e i nostri dipendenti».
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