La spesa sospesa si ferma: “Troppa solidarietà”

L’iniziativa solidale “Spesa sospesa” di Gorla Minore è stata momentaneamente sospesa dal momento che è già enorme la quantità di cibo donata dai cittadini

spesa sospesa Gorla minore

Le donazioni di beni alimentari per le persone  in difficoltà a Gorla Minore si fermano. Il motivo?  La tanta generosità dei gorlesi.

Ad una settimana dal lancio dell’iniziativa “Spesa sospesa”, infatti, la quantità di cibo raccolto dai volontari è talmente ingente da aver spinto la Protezione civile ad interrompere, almeno momentaneamente, le donazioni. Nell’ultima settimana, grazie alla collaborazione dei negozi alimentari del paese, la comunità ha potuto donare alcuni prodotti, che saranno poi distribuiti da Caritas e Protezione civile alle famiglie maggiormente in difficoltà e a coloro che si rivolgeranno al numero istituito dal Comune per segnalare casi difficili.

«Non si può che evidenziare come la gente abbia risposto bene al nostro appello, pensando alle persone più fragili della comunità –commenta Vincenzo Bonfanti, responsabile della Protezione civile, che in nella settimana appena trascorsa aveva più volte ringraziato la generosità dei gorlesi– per il momento abbiamo un quantitativo di prodotti che ci consente di concentrarci solo sulla distribuzione. Non vogliamo accumulare merce in eccesso, qualora ve ne fosse il bisogno, lanceremo nuovamente l’iniziativa più avanti».

I numeri esibiti da Bonfanti, in effetti, sono notevoli: 143 confezioni di biscotti, 49 di pane confezionato e cracker, 1009 scatole di pasta, 232 confezioni di tonno e 440 scatole di pelati, giusto per fare qualche esempio. 

Un gran orgoglio per i volontari, che tanto si stanno spendendo per la colletività. «Il nostro lavoro prosegue – racconta Bonfanti – con il nostro gruppo, che conta otto persone, e la 40ina di volontari comunali che ci danno una mano. Continuiamo a distribuire farmaci e spesa a chi ne ha bisogno, ultra 65enni e persone in quarantena. Riceviamo tanta gratitudine, ma purtroppo non solo. Capitano dei casi, in cui c’è chi “pretende” un servizio come se fossimo un supermercato online, dovrebbe passare il messaggio che si tratta di un’attività speciale disposta per il momento di necessità, non un servizio aperto a tutta la collettività. Noi comunque proseguiamo, in linea con le disposizioni ricevute e sempre pronti a spenderci per la comunità».

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Pubblicato il 27 Aprile 2020
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