Quattro ragazze di Busto Arsizio riempiono la tavola delle famiglie in difficoltà

Una piccola associazione tutta al femminile e dal cuore grande. Busto Arsizio Aiuta è nata da pochi giorni ma ha già portato a casa ottimi risultati

Generico 2018

Una piccola associazione tutta al femminile e dal cuore grande. BAA, che sta per Busto Arsizio aiuta, è nata il 3 aprile dalla volontà di quattro giovani, quasi tutte studentesse universitarie, che hanno sentito la necessità di dare un contributo ai meno abbienti in questo periodo difficile.

Un periodo in cui il Covid-19 ha portato diverse famiglie in serie difficoltà economiche; così, Camilla Ferrazzi, Vanessa Giani e Carlotta Bianchi, con la collaborazione di Eleonora Tucci che ha creato il logo, hanno pensato di poter essere di aiuto riempiendo i carrelli della spesa e lasciando fuori dalle porte i sacchetti con i beni di prima necessità, ma anche dolci simbolici della Pasqua e pensieri per i più piccoli.

Fondamentale, nella realizzazione di questa loro idea, è stato il contributo del Cav (Centro di aiuto alla vita) di Busto Arsizio che ha segnalato alle ragazze le famiglie bisognose a cui l’emergenza sanitaria ha impedito di lavorare.

«Abbiamo pensato di fare una colletta, andare a fare la spesa e portarla a casa di queste famiglie; il tutto chiaramente con le dovute accortezze. L’idea è quella di mappare i bisogni e le debolezze di Busto, in particolare chi sta rimanendo fuori da sussidi istituzionali». La buona volontà delle giovani non si ferma qui; hanno pensato di aiutare anche coloro che non hanno problemi economici, ma non possono uscire di casa per motivi clinici, come Carlotta impossibilitata a fare la spesa autonomamente in quanto in isolamento fiduciario; in quest’ultimo caso la modalità di aiuto è diversa, ha spiegato Camilla: «la spesa ci viene pagata e noi la portiamo semplicemente a casa; non attingendo al fondo delle donazioni».

In pochi giorni sono stati raccolti 520 euro grazie al contributo di una quindicina di volontari e sono state aiutate le famiglie di Zaira, Diana e Christian, ma anche quella di Sonia e quella di Maui, genitori rispettivamente di due bambine e di un bambino appena nato.

«Ci hanno già aiutato in molti – ha raccontato Camilla –  Teamsafecities per esempio, impegnato nella raccolta fondi per l’Ospedale di Busto Arsizio e diversi enti del territorio, ci ha donato quasi 30 kg di dolci provenienti dall’Irca di Gallarate. Oggi, invece, ci ha scritto una ragazza che vorrebbe regalare dei suoi vecchi giochi che stiamo provvedendo a distribuire tra le famiglie, poi abbiamo ricevuto molte altre richieste di volontari che desiderano contribuire nell’aspetto pratico; stiamo cercando di capire come gestire il tutto».

In questi casi d’emergenza gli aiuti non sono mai abbastanza e allora le giovani di Busto Arsizio aiuta, che potete trovare alla pagina Instagram https://www.instagram.com/bustoarsizio_aiuta/?hl=it , invitano tutti a segnalare loro le famiglie in difficoltà.

Per chi invece volesse contribuire alle donazioni, è possibile scrivere alla mail cami.ferrazz@gmail.com oppure a vanessagiani22@gmail.com .

«È possibile fare una donazione tramite bonifico bancario, le cui coordinate IBAN sono:  GB68 REVO 0099 7037 7652 20 su conto Revolut, (nel caso venisse fatto tramite il sito della banca bisogna specificare che si tratta di bonifico estero) – ha tenuto a precisare la volontaria – Prima di donare, comunque, ci piacerebbe che ci scrivessero per mail o su Instagram per assicurarci che la modalità di pagamento sia chiara e soprattutto per poterli ringraziare. Inoltre le modalità di pagamento sono totalmente trasparenti: fotografiamo e facciamo firmare ogni scontrino da chi riceve la spesa».

A breve le giovani metteranno a punto un altro progetto, quello della Spesa Sospesa: «Lasceremo un cartello nei due Carrefour di Busto, in viale Duca d’Aosta e in via XX settembre e chi vorrà potrà lasciare nello spazio apposito gli alimenti comprati, compreso il fresco, perché ci preoccuperemo di passare a ritirare le donazioni molto frequentemente» ha concluso Camilla.

Non resta che seguire la scia della buona volontà delle giovani e, se possibile, aiutarle.

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Pubblicato il 10 Aprile 2020
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