Una volta vinto il virus, come si affronta la convalescenza?

Un paziente Covid convalescente lamenta la gestione confusa delle dimissioni. La replica del direttore sociosanitario che racconta il modello messo a punto

Ospedale di saronno

Dimissioni protette con rientro al proprio domicilio o in altro reparto a bassa intensità. Una volta superata la fase critica della malattia, riprendere la propria normalità non è scontato. Il virus c’è ancora, il tampone è positivo e il rischio di contagiare altri rimane alto.

Un paziente dell’ospedale di Saronno racconta come è avvenuta la conclusione del suo percorso ospedaliero:
« Sono ricoverato all’ospedale di Saronno dal 17 marzo scorso per polmonite interstiziale conseguente al COVID 19. Non sono arrivato alla terapia intensiva e lentamente mi sono ripreso bene ma, al primo tampone di verifica, risulto ancora positivo al virus.
Circa 6 giorni dopo mi informano che intendono dimettermi in giornata, proseguendo la terapia ancora in corso autonomamente ma soprattutto con l’obbligo di attenermi alle stesse regole di isolamento praticate in ospedale (fanno firmare al paziente una impegnativa in tal senso). Mi oppongo alla dimissione , isolamento impraticabile ma soprattutto moglie positiva  senza gravi complicazioni ( è rimasta a casa a curarsi fai da te, ci siamo ammalati insieme) e figlia di 11 anni in stato sconosciuto perché per gli asintomatici non è previsto tampone.

Sono stato trasferito in un altro reparto COVID “riorganizzato ” dove arrivano anche pazienti dal PS che poi, come me più di un mese fa, vengono smistati in base alle loro condizioni; quindi ora rischio anche di ritrovarmi con un vicino di letto che si è appena ammalato.
Tutto questo perché a Saronno le dimissioni protette per pazienti COVID non esistono, non è stata individuata nè attivata alcuna struttura idonea alla quarantena dei “guariti” ma ancora positivi» .

Sul percorso protetto risponde, però, il direttore socio sanitario dell’asse valle Olona Marino Dell’Acqua: « Una volta superata la fase acuta della malattia, a seconda della gravità delle condizioni nei reparti di terapia intensiva, subacuti o reparto, il paziente deve essere sottoposto a doppio tampone. Se anche uno solo dei due test è positivo, occorre rimangiare di una settimana il controllo. Nel frattempo, la persona può scegliere di rientrare al proprio domicilio ma in condizioni di isolamento, o essere trasferito in una struttura a bassa intensità. Questi letti vengono gestiti a livello centrale da Regione Lombardia attraverso il sistema PRIAMO. Questo modello incrocia la domanda con tutti i posti disponibili della Lombardia. Può quindi accadere che l’isolamento avvenga in una struttura di una provincia lontana. Per evitare spostamenti pesanti, la Valle Olona ha realizzato “l’area verde” in ospedale dove vengono accolti i pazienti in dimissione, ben isolati e separati, e quelli in ingresso dal pronto soccorso che attendono l’esito del tampone. Sono in una area prossima ma che non si incontra e questo per evitare che pazienti con tampone negativo attendino il responso vicino a persone positive. Noi abbiamo anche aperto 30 letti dedicati alla bassa intensità al Bellini di Somma Lombardo, ma sono posti quei sempre pieni. Da settimana prossima Regione Lombardia ci darà l’elenco degli alberghi che hanno offerto ospitalità a questo tipo di pazienti. Speriamo di trovarne anche di vicini ai nostri ospedali».

Attualmente, la Valle Olona conta ancora 300 pazienti covid ricoverati. Il picco lo ha raggiunto con 313 : una discesa lenta, dunque: « Il problema è anche la lunghezza di questa malattia che richiede tempo e continua sorveglianza».

di
Pubblicato il 17 Aprile 2020
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