In memoria di Flavio Martelozzo
I ricordi di chi lo ha conosciuto e che con lui ha condiviso parte della propria vita
Varesenews vuole rendere omaggio a chi se n’è andato in silenzio, senza un momento in cui elaborare il lutto, la possibilità di dirsi ciao. Per questo abbiamo aperto un “memoriale” per raccontare chi oggi non è più tra noi. Per partecipare potete scrivere qui. Il servizio è gratuito.
Flavio Martelozzo si è spento martedì 31 marzo, all’età di 75 anni, a causa del Coronavirus.
«Flavio era uno di noi, esprimeva poco i suoi sentimenti, il suo affetto era fatto di azioni pratiche e concrete», raccontano i famigliari. Flavio Martelozzo ha lottato contro il Coronavirus ma non ce l’ha fatta. Marito, padre e nonno, aveva un forte senso del dovere per sua moglie, e per i suoi figli e per i suoi di cinque nipoti, di cui era orgogliosissimo. «Era molto legato alla sua famiglia, ai suoi figli e ai suoi nipoti», racconta don Remo Ciapparella, parroco di Jerago, «che ora si sentono un po’ più soli».
Appassionato di giardinaggio e anima del teatro e dell’oratorio di Jerago con Orago: «generoso, anche se a volte era un po’ burbero, aveva un cuore d’oro». Per moltissimi anni ha prestato servizio al bar dell’oratorio, sia durante gli spettacoli teatrali sia durante le partite di calcio. «In parrocchia – continua il parroco – ha dato molto il suo contributo. Anche se schivo, era molto virtuoso: preferiva stare dietro le quinte, ma quando c’era si sentiva».
«Flavio non era perfetto, e non lo siamo neanche noi, siamo esseri deboli e fragili. Infatti è arrivato un nemico invisibile, ignobile e traditore, che lo ha ferito». Colpito dal Coronavirus, dopo una settimana di ricovero si è arreso: «La sua scomparsa è stata un fulmine a ciel sereno per tutta la nostra comunità: ha vissuto un evento come questa malattia fino alla sua conclusione più drammatica», conclude don Remo.
«Flavio, hai lottato con tutte le tue forze e noi abbiamo lottato insieme a te – ricorda la sua famiglia – lontani ma vicini; ma questo virus ti ha strappato via dalla nostra vista, dai nostri abbracci e dalle nostre cure, ma non dal nostro cuore. Flavio faceva parte della nostra grande famiglia e tutti noi gli volevamo un gran bene. Ora vediamo solo il pianto ma questo ci ha insegnato a stare uniti e pregare per lui e sperare che ce l’avrebbe fatta. Ti salutiamo Flavio. Il tempo passerà come sabbia che copre, ma i nostri bei ricordi di te rimarranno per sempre».
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