Il ricordo di Lorenzo tra canti, preghiere e commozione
Nel salone di Barasso a lui intitolato, don Giuseppe e don Emilio hanno ricordato Lorenzo Giudici, il 17enne morto in un tragico incidente un anno fa
«“I cieli e la terra sono pieni della tua gloria”. Noi di quella gloria ci facciamo portatori oggi nel ricordo di Lorenzo».
Don Giuseppe Cadonà, “parroco dei giovani” della Comunità Pastorale di Sant’Eusebio, il don che accompagna i ragazzi nella vita dell’oratorio e nei vari passi di formazione nell’educazione, ha ricordato le parole della predica di don Norberto un anno fa in apertura della Messa in ricordo di Lorenzo Giudici, il 17enne morto in un tragico incidente stradale il 14 maggio 2019.
Nel salone dell’oratorio di Barasso a lui intitolato e ricostruito grazie ai fondi raccolti nel suo nome, don Giuseppe e don Emilio Rimoldi, affiancati da alcuni amici e dai famigliari di Lorenzo, hanno celebrato una messa in streaming che avrebbe dovuto essere un evento partecipato da tutta la comunità.
L’appuntamento è solo rinviato a quando si potrà, perchè se c’è una cosa che si è potuta capire in questi dodici mesi è il legame che il ricordo di Lorenzo, che anzi Lorenzo stesso, ha tessuto intorno a sè, unendo amici, parenti, conoscenti che gli volevano bene e ora lo ricordano con affetto.
LA LETTERA DEL PAPÀ DI LORENZO
Il suono della chitarra e i canti intonati dai suoi amici e delle sue amiche hanno accompagnato la celebrazione, preceduta da una carrellata di immagini toccanti e di oggetti cari a Lorenzo. Al centro della Messa la predica di don Giuseppe, che ha letto una lettera idealmente scritta da Lorenzo ai suoi genitori e alla sorella Sara, ai compagni di scuola di Varese e di Parigi, agli educatori dell’oratorio, ai compagni di squadra e ai ragazzi che hanno percorso un pezzo di strada insieme a lui:
«Ciò che conta è continuare a gridare nella direzione di Gesù, chiedere il suo aiuto. Da soli non ce la facciamo, da qui vedo un po’ tutti come sonnambuli. A voi chiedo di non sprecare i vostri giorni, fare scelte coraggiose, controcorrente, gridare verso Dio. Io sono sempre con voi. A voi compagni di classe, amici, Rebecca (la fidanzata) dico di interrogarvi, avere dubbi, farvi domande. Il 14 maggio di un anno fa Gesù ha voluto seminare nei vostri cuori, vorrei che il mio ricordo vi spinga a crescere, a custodire la nostra comunità, i nostri ragazzi: non sprecate il seme che Gesù ha seminato, coltivatelo. Io sono qui, vi accompagno e sarò sempre con voi. Il futuro appartiene a chi trasmette alla prossima generazione motivi per sperare. Fate sì che il seme porti frutto. Scrivete con la penna che mi avete regalato tante belle righe della nostra storia insieme».
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