Chi lavora in smartworking non perderà lo status di frontaliere
La normativa risaliva al 1974, ora con la nuova intesa tra Roma e Berna il rischio della doppia imposizione non c'è più
Siglata un’intesa tra i ministri dell’economia di Italia e Svizzera che fa chiarezza su un accordo del 1974, ancora in vigore. Secondo tale accordo, i frontalieri che a seguito l’emergenza sanitaria hanno lavorato da casa, sia a tempo pieno che a tempo parziale, e anche quelli che hanno soggiornato per alcuni periodi oltreconfine, avrebbero rischiato di perdere lo “status” di frontaliere con il relativo regime fiscale e avrebbero quindi rischiato di subire un aggravio nella tassazione.
Ora grazie all’intesa raggiunta tra Roma e Berna è ufficiale: chi ha lavorato e ancora lavora in smart working, a causa dell’emergenza coronavirus, non perderà status di frontaliere e non avrà quindi un aggravio di tassazione e il relativo regime fiscale.
Un risultato che il senatore del Pd Alessandro Alfieri (foto sopra), capogruppo del Partito Democratico nella commissione esteri del Senato, commenta con soddisfazione.
«Ho lavorato per questo fin da marzo – continua il senatore del Pd – mi ero preso l’impegno di seguire il tema e grazie all’impegno dei tecnici del ministero dell’economia siamo riusciti a evitare ricadute sui nostri lavoratori. Oggi posso dire che anche questo impegno è stato mantenuto. L’accordo infatti riconosce la straordinarietà di questo periodo, ha valore dal 24 febbraio fino al 30 giugno 2020 e potrà essere prorogato nel caso dovesse essere necessario prolungare le misure di contenimento del contagio da covid-19».
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