L’inizio è sempre la cosa più difficile ma in fondo, è anche la cosa più bella
Il racconto di Serena: "Incredibile come la vita riesca a farsi forza, nonostante tutto. A tratti ho pensato che “quella cosa” mi stava portando via la mia primavera"
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Finora abbiamo pubblicato diversi contributi di tante persone.
Di seguito la storia di Serena.
L’inizio è sempre la cosa più difficile ma in fondo, è anche forse la cosa più bella.
E vale per tutto: per i lunedì di una nuova settimana, per il primo giorno di scuola, per i “da oggi sono a dieta”. Vale anche per trovare le prime parole da scrivere per raccontare qualcosa che, evidentemente e credo indelebilmente, ha segnato queste nostre vite. Qualcosa o qualcuno. Perché io, a tratti, l’ho identificato come un nuovo membro della nostra famiglia-mondo, classificandolo, mi sbilancio, tra i parenti acquisiti e meno graditi! Lo chiamiamo, forse senza pensarci e direi in maniera quasi estenuante, per nome, come se lo conoscessimo…o è stato lui a conoscere noi?
Di questa mia parentesi di vita, non ho memoria lucida del primo giorno (l’ho anticipato, l’inizio, per me, è sempre la cosa più difficile!). Bensì ho estremamente chiari ed incisi nella mente gli ultimi giorni della mia vita “normale”.
Mi sono chiesta più volte il motivo. Quanti giorni di vita “normale” ci ricordiamo? Perché quegli ultimi giorni di un normale inizio di marzo, sono incisi nella mia mente come se li avessi vissuti ieri e non 3 mesi fa? Qualcosa iniziava ad essere “strano” ma nulla poteva farci credere che di lì a qualche ora le nostre vite si sarebbero completamente trasformate!
Tra i tanti dettagli, ricordo l’appuntamento con mamma per la colazione in centro. Era sabato 7 marzo. I tavolini erano già distanziati e si percepiva negli sguardi di tutti un velo di sospetto o, voglio pensarla romanticamente, di smarrimento alla ricerca di un sorriso di solidarietà.
C’era un bellissimo sole, questo lo ricordo proprio bene. Anche perché di lì a poco, sarebbe iniziata la primavera.
La primavera. Ho una particolare venerazione per questa stagione. Sarà perché ci sono nata, sarà perché rappresenta l’opportunità che il mondo si da per rinascere. Sarà perché è un nuovo inizio, ogni anno. Di questa primavera serberò in eterno il ricordo di averla vissuta in un silenzio che non conoscevo e il privilegio di averla vista farsi strada dopo l’inverno, colorando quasi prepotentemente il nostro mondo, proprio nei giorni in cui ci è sembrato di vivere in bianco e nero.
Incredibile come la vita riesca a farsi forza, nonostante tutto. A tratti ho pensato che “quella cosa” mi stava portando via la mia primavera. Poi, l’eterna ottimista che sono, mi ha fatto capire che era esattamente il contrario: questi colori, questi profumi e questi suoni non si sarebbero incisi così a fondo nella mia memoria se non avessi avuto il tempo per poterli vedere, sentire, ascoltare e soprattutto ammirare. Avrei fatto scorrere un’altra primavera nel mio correre quotidiano, perdendomi un sacco di ricordi.
Quello che è successo durante questa primavera (o quarantena, a voi la scelta di come chiamarla) è troppo presto per raccontarlo o forse è stato talmente profondo e personale che resterà custodito tra i miei ricordi segreti e più preziosi. Certamente non dirò che “ho riflettuto di più”, “ho letto di più”, “ho cucinato di più” e tanti altri “di più” esistenziali, inflazionati quasi quanto gli “andrà tutto bene”.
Ho solo vissuto una primavera diversa, alla quale ho ridato il senso che merita.
L’inizio è sempre difficile perché richiede un sacco di coraggio che spesso pensiamo di non avere. Poi sta a noi decidere come dosarlo lungo il cammino, cosa fare di quel che succede durante o se e come arrivare alla fine.
Possiamo anche decidere di trasformarne la fine, semplicemente, in un nuovo inizio.
Io, adesso, aspetto l’estate.
Serena Piantoni, Induno Olona
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