Test sierologici, indagati i vertici di San Matteo e Diasorin

Inchiesta della Procura della Repubblica di Pavia. Perquisizioni anche a Gerenzano all’Isubrias Biopark dove ha laboratori e uffici la multinazionale

coronavirus

I vertici del Policlinico San Matteo e della multinazionale Diasorin sono indagati per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato per l’accordo sui test sierologici anti-Covid.

Perquisizioni domiciliari a casa dei vertici della Diasorin e nei laboratori di Saluggia, in Piemonte, e di Gerenzano. Le ha disposte la Procura della Repubblica di Pavia.

Le accuse per diversi indagati sono di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato. Iscritti nel registro degli indagati ci sono i vertici del San Matteo di Pavia, tra cui i varesini Carlo Nicora, direttore generale, e Antonio Triarico, direttore sanitario.

La Procura di Pavia spiega le operazioni con una nota: “I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pavia, nell’ambito dell’indagine della Procura di Pavia che vede indagati vertici del San Matteo e della Diasorin stanno sequestrando su ordine della locale Procura della Repubblica documentazione e apparati informatici presso gli uffici ed i laboratori del Policlinico San Matteo e della società biotecnologica. Nel dettaglio sembrerebbe che sia stata favorita, a discapito di altre potenziali concorrenti, la società piemontese di rilevanza internazionale – Diasorin S.p.a. – operante nel settore delle biotecnologie, trasferendo ad essa tutti i risultati delle attività di ricerca e sperimentazione effettuate dalla Fondazione Irccs San Matteo di Pavia, nel settore dei test sierologici per la diagnosi di infezione da Covid-19. L’attività trae origine da una denuncia presentata da una società concorrente avverso il rapporto collaborativo instaurato tra la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo e la società piemontese, per lo sviluppo di test sierologici e molecolari per la diagnosi da infezione Covid-19, allo scopo di ottenere la marcatura CE. Tale accordo veniva stipulato senza gara rendendo possibile un vantaggio economico per l’impresa piemontese“.

Perquisizioni sono state effettuate anche a Gerenzano, all’interno dei laboratori della Diasorin. Nel decreto di perquisizione è scritto che “per far luce sui legami politici che possono aver influito sulla scelta del contraente, occorre riferire che la Diasorin ha dei propri uffici all’interno dell’Insubrias Biopark di Gerenzano, in via Lepetit. Presso il predetto polo scientifico tecnologico insiste la sede legale della Fondazione Istituto insubrico il cui direttore generale è Andrea Gambini, già commissario della Lega varesina e presidente della Fondazione IRCCS Carlo Besta. Inoltre Gambini risulta essere presidente del cda della società Servire srl il cui socio unico risulta essere proprio la Fondazione Insubrico. Tale società ha quale oggetto sociale la manuteznione delle atrezzature e macchinari per la ricerca biotecnologica”. Sia negli uffici di Gerenzano che a casa di Gambini a Marnate sono state effettuate perquisizioni, volte a chiarire anche il legame dei rapporti economici in essere tra la Fondazione Istituto Insubrico di Gerenzano e la Diasorin, oltre che quelli esistenti tra la stessa multinazionale e la Servire srl.

Perquisizioni anche a Sumirago, a casa di Carlo Nicora, direttore generale del San Matteo di Pavia, e a Varese, a casa di Antonio Triarico, direttore sanitario dell’ospedale pavese.

L’inchiesta riguarda l’accordo stipulato tra l’ospedale i Pavia e la multinazionale di Saluggia (Vercelli) per l’effettuazione dei test sierologici per la diagnosi da Covid-19 ed è scattata prima del ricorso presentato al Tar della Lombardia dalla TechnoGenetics, ditta di Lodi concorrente di Diasorin, ricorso per cui il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso del San Matteo e di Diasorin, ha sospeso gli effetti della sentenza del Tar.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Luglio 2020
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