Ricchezza e indebitamento: un circolo vizioso. Premio internazionale per uno studio dell’Insubria
L'articolo ha vinto il Kapp Prize 2020. Tra gli autori del lavoro c’è Eugenio Caverzasi, ricercatore del dipartimento di economia

C’è anche la firma dell’Università dell’Insubria nell’articolo sull’economia evolutiva che ha ricevuto il Kapp Prize 2020, riconoscimento internazionale attribuito dalla Eaepe, European association for evolutionary political economy. Tra gli autori del lavoro, intitolato «Inequality and finance in a rent economy», c’è Eugenio Caverzasi, ricercatore del dipartimento di economia: il suo nome in calce compare accanto a quelli illustri del premio Nobel Joseph Stiglitz (Columbia University), di Alberto Botta (che ha conseguito il suo dottorato all’Insubria e ora è all’University of Greenwhich), di Alberto Russo (Universitat Jaume I e Università Politecnica delle Marche) e Mauro Gallegati (Università Politecnica delle Marche).
La ricerca si focalizza sulle evoluzioni del sistema finanziario e sul loro impatto sulla disuguaglianza e sulla stabilità del sistema economico. Lo studio è innovativo sia per l’argomento trattato sia per l’approccio: si basa infatti sull’utilizzo di modelli macroeconomici non convenzionali (Agent-Based and Stock-Flow Consistent) che conciliano un’analisi macroeconomica microfondata con una accurata e contabilmente coerente rappresentazione del sistema finanziario.
«Il paper – spiega Eugenio Caverzasi – mostra come l’indebitamento delle classi medio basse, l’accumulazione di ricchezza nelle mani dei più ricchi e l’instabilità del sistema finanziario siano fenomeni interconnessi. In un sistema in cui l’indebitamento dei primi diventa fonte di rendita per i secondi, l’accumulazione della ricchezza determina una crescente domanda di debiti. Il modello sovverte quindi la canonica interpretazione dei nessi causali dell’emissione di credito, che in ultima istanza non è più finalizzata al finanziamento della attività produttiva, ma alla creazione di prodotti finanziari per soddisfare le necessità di investimento dei più ricchi».
Tra i risultati dello studio emerge come le innovazioni finanziarie, in particolare i processi di cartolarizzazione – ovvero la possibilità per le banche di liberarsi di asset illiquidi, come i mutui, trasformandoli in prodotti finanziari –, possano sì favorire la crescita economica ma a scapito della stabilità del sistema finanziario e a costo di crescente disuguaglianza.
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