Accordo sui frontalieri, per i 5 Stelle così non va bene: “Serve più collaborazione”
Per i deputati Niccolò Invidia e Giovanni Currò, la bozza di accordo che ha riaperto il tavolo negoziale con la Svizzera non va bene, nei contenuti come nel metodo
Per il deputato varesino del Movimento 5 Stelle Niccolò Invidia e per il suo collega Giovanni Currò, la bozza di accordo sulla fiscalità dei frontalieri che ha riaperto il tavolo negoziale con la Svizzera non va bene, nei contenuti come nel metodo.
«Abbiamo appreso, come tutti, della bozza di accordo sui frontalieri ed è con grande dispiacere che scriviamo queste righe – dicono i due deputati del Movimento – Il contenuto è abbastanza chiaro, resta poco chiaro il metodo di lavoro che ha condotto a questa bozza. Oltre alla questione di metodo, non capiamo in generale dove sia la parte conveniente per l’Italia. Parliamo di un male minore, il che è un concetto diverso da un beneficio maggiore. Siamo davanti non solo ad una discriminazione tra giovani e vecchi frontalieri ma anche al mantenimento, nel medio periodo, del solco della bozza di accordo del 2015».
In questa distinzione tra vecchi e nuovi frontalieri i due deputati pentastellati vedono inoltre un rischio: «Va poi detto che non vi è nessuna garanzia che il Ticino non possa perseguire delle policy per disincentivare il lavoro dei “vecchi frontalieri”, incentivando quelli nuovi che sottostanno al nuovo accordo sfavorevole».
«Auspichiamo quindi da ora in poi maggiore condivisione (anche con il territorio) al fine di arrivare alla firma di un accordo davvero positivo per il territorio italiano e non solo per quello svizzero – concludono Invidia e Currò – Abbiamo delle istanze chiare e costruttive che abbiamo sempre condiviso e continueremo a condividere con la Svizzera e con la maggioranza. Una certa voracità politica, nonché scarsa trasparenza, sta rischiando di mettere a repentaglio il bene del territorio».
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