Servono spazi per l’emergenza sanitaria, Galimberti chiede di usare la Quiete
Il sindaco ha disposto un'istanza, indirizzata al curatore fallimentare, per poter aprire l'ex clinica privata. Una soluzione adeguata e immediata vista l'andamento dell'epidemia

L’emergenza sanitaria preoccupa e il Sindaco Davide Galimberti fa un’istanza per aprire la casa di cura La Quiete ferma dallo scorso 2017.
Visti i numeri in crescita dell’epidemia, il primo cittadino di Varese ha deciso di chiedere, per mettere a disposizioni delle autorità sanitarie Ats Insubria e Asst Sette Laghi, il complesso ormai in stato di abbandono, ma che è ancora in grado di offrire spazi qualitativamente adeguati alle necessità future che l’ospedale potrebbe avere.
Tra le principali necessità c’è quella di individuare un’area adeguata per ampliare l’attività dei tamponi che anche oggi ha battuto ogni “record” di accessi al punto di viale Borri, sollevando qualche preoccupazione sulle regole di distanziamento.
C’è bisogno con urgenza di terreni liberi ove installare tensostrutture e strutture provvisorie e stabili idonei ad ospitare attività sanitarie deputate a fronteggiare la crisi sanitaria.
Galimberti ha così inoltrato un’istanza al curatore fallimentare che si occupa della proprietà per ottenere in comodato d’uso per un periodo limitato l’intera proprietà che, fino alla sua chiusura, offriva sia attività di degenza sia di diagnostica e attività ambulatoriale. La richiesta si estende anche agli arredi e ai macchinari ancora presenti. Nel caso, il sindaco è pronto anche a ricorrere a un’ordinanza per ottenere lo stabile.
«Abbiamo chiesto l’assegnazione della struttura al Comune – afferma il sindaco Davide Galimberti – per poi metterla a disposizione delle autorità sanitarie. Da parte di queste ultime e dell’ATS sono arrivate richieste di ulteriori spazi per fronteggiare la pandemia e, così, ci siamo attivati per recuperare l’ex clinica oltre al centro vaccinale della scuola Salvemini, che sarà operativo dai primi di novembre. L’idea de “La Quiete”, per altro, non è nuova; l’avevo personalmente già proposta a marzo, ma, poiché i casi di coronavirus erano numericamente inferiori, l’utilizzo non era stato necessario. Ora, con questa recrudescenza dei contagi soprattutto nella nostra provincia, torniamo a proporre questa soluzione».
La proprietà, ampia e con spazi accessibili e parcheggi, potrebbe essere la soluzione più veloce e adeguata per rispondere alla crescente richiesta di assistenza.
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