Controllo dei cinghiali, nuovo corso di formazione del Parco del Ticino

Oltre alle misure di contenimento degli ungulati, il Parco intende rafforzare una serie di controlli sul territorio in collaborazione con le Forze dell'Ordine per contrastare il fenomeno del bracconaggio

cinghiali

Il Parco del Ticino continua l’attività di controllo della fauna selvatica ed in particolare del cinghiale. Il Consiglio di Gestione, recependo quanto indicato in materia da Regione Lombardia, ha deciso di istituire un nuovo corso di formazione per il contenimento degli ungulati sui fondi agricoli.

Il corso è rivolto a volontari, ai proprietari e ai dipendenti di aziende agricole che, nell’attività di contenimento, faranno riferimento alla Vigilanza del Parco del Ticino. Il bando di selezione sarà pubblicato entro fine novembre, mentre il corso partirà a metà dicembre.

Dai primi anni Ottanta il cinghiale ha iniziato a colonizzare in modo importante il territorio lombardo. Grazie all’abbondanza di risorse e alla sua capacità adattativa e riproduttiva, si è registrata una esplosione demografica della specie, con tutte le conseguenze che la presenza dei cinghiali crea.

«L’obiettivo che il CdG si è posto – spiega il direttore dell’Ente, Claudio de Paola– è quello di contenere in particolare il cinghiale perché sta provocando danni consistenti al territorio nel suo complesso, in particolare ai fondi agricoli per centinaia di migliaia di euro ogni anno. Negli ultimi mesi è diventato pericoloso anche per la circolazione stradale in quanto sono sempre più numerosi gli incidenti segnalatati, purtroppo qualcuno anche mortale. Regione Lombardia ha ritenuto necessario, per contrastare l’aumento esponenziale delle presenze nell’anno in corso, modificare le leggi vigenti in modo da permettere la caccia di selezione al cinghiale durante tutto l’anno. Con il nuovo corso e le azioni che stiamo attivando potremo avvalerci di nuove forze a sostegno della nostra Vigilanza per il contenimento di questi ungulati».

In merito alla caccia in generale, si ricorda che nell’area naturale del Parco è vietata, fatta eccezione per quella di contenimento dei cinghiali gestita dall’Ente.

«Le azioni di bracconaggio sono un fenomeno purtroppo noto che il Parco contrasta con ogni possibile mezzo» precisa il comandante della Vigilanza, Mirko Mereghetti. «Proprio per questo motivo, oltre alle misure di contenimento degli ungulati, stiamo rafforzando una serie di controlli sul territorio in collaborazione con le Forze dell’Ordine, Polizia Provinciale ed i Carabinieri Forestali. Il Parco del Ticino ha una estensione tale che le sole persone in organico alla Vigilanza non possono monitorare. E’mia intenzione, invece, creare ulteriori azioni sinergiche di collaborazione tra Enti diversi così da mettere in campo misure di contrasto efficaci a questo fenomeno».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Novembre 2020
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