Il virus zittisce la piva. Notte di Natale senza musica per le strade di Angera e Ranco

Sopravvissuta a due guerre mondiali, quella dei pivari è una tradizione che si tramanda dalla fine dell'Ottocento. Il direttore della banda «Per la prima volta siamo costretti a fermarci»

Pivari sotto l'albero di Natale  (inserita in galleria)

La vigilia, l’attesa, la gioia dei bambini. A rendere, se possibile, ancora più magica l’atmosfera della notte di Natale, ad Angera e Ranco, sono le note della piva suonate dalla banda Santa Cecilia. Una tradizione che si tramanda da oltre un secolo e che grazie ai suonatori del corpo musicale angerese si ripete di anno in anno.

La piva di Natale è sopravvissuta a due guerre mondiali e anche a momenti difficili, ma quest’anno una forza maggiore l’ha fermata. Il Coronavirus e le norme anticontagio non renderanno possibile ai musicisti ripetere il rito che nella notte della vigilia di Natale accompagna i cittadini dei due paesi sul lago Maggiore.

«Ci dispiace davvero molto – spiega il maestro Paolo Paietta -. Ma quest’anno non abbiamo altra scelta. È la prima volta che accade da fine Ottocento ma in questo contesto l’esecuzione, a cui siamo abituati, non è proprio fattibile».

Nata alla fine dell’ottocento, la “maratona” natalizia dei pivari deve le sue origini al maestro Martino Bardelli. «Fu il direttore della banda di Angera dal 1875 al 1925 – spiega Paietta -. Lavorava in Svizzera e fu colpito da una melodia natalizia che sentì proprio oltre confine. Al suo ritorno la adattò per una formazione bandistica di clarinetti e flicorni. Da allora, tutti i Natali, la banda di Angera la suona per le vie del paese».

Il giro dei pivari parte la sera del 24 dalla frazione di Barzola, si passa poi a Ranco con una tappa a Uponne e l’arrivo davanti alla chiesa prima dell’inizio della messa. Dopo un momento di ristoro all’agriturismo Vecchio Castagno i musicisti si spostano in auto ad Angera, dove dopo la messa di mezzanotte parte il percorso, tutto a piedi, dalla piazza parrocchiale verso i Baranzitt e la Bruschera.

Qui la seconda pausa, per riscaldarsi, al panificio Ponti, e il trasferimento, sempre suonando verso il centro. Il cammino dei pivari prosegue per tutto il lungolago, fino alla via Ondoli e verso il cuore del borgo con la via Mario Greppi e una sosta al Bar Ghiringhelli. Infine l’ultima “fatica” verso le scuole, parte del quartiere Altinada e infine le vie sotto la Rocca, con un ultima tappa nel cortile della falegnameria Berrini prima di raggiungere la piazza Parrocchiale dove i suonatori daranno il benvenuto ai fedeli pronti a partecipare alla Santa Messa delle 8 del mattino di Natale.

Sono circa 25 i musicisti che partecipano a questa iniziativa speciale. «Abbiamo sottoposto il problema all’amministrazione ma sappiamo in partenza che realizzare il nostro consueto giro non sarà possibile – conclude Paietta -. Restiamo però in attesa di capire se si potrà fare qualcosa di alternativo, magari in forma più ristretta».

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Dicembre 2020
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