Addio a Hubert Auriol, leggenda della Dakar e della Cagiva
L'ex pilota francese, 68 anni, ha vinto tre volte il raid tra moto e auto. A metà anni Ottanta fu alfiere della Casa varesina: 2° nel 1985 sfiorò il successo due anni dopo ma cadde fratturandosi le caviglie

Se n’è andato per le complicazioni causate dal Covid-19 su un quadro clinico già difficile, Hubert Auriol, proprio mentre in Arabia Saudita si sta correndo la gara che lo ha reso grande, la “Dakar”. (foto da parisdakar.it)
Francese, 68 anni, Auriol era nato però ad Addis Abeba e proprio sulle piste africane aveva costruito la sua leggenda: il pilota, veterano della Dakar (partecipò anche all’edizione inaugurale del 1979) ha conquistato per tre volte il grande raid creato da Thierry Sabine. La sua grandezza però sta anche nel fatto di aver ottenuto due vittorie in moto e una in auto, alla quale era passato dopo il grave incidente che gli aveva tolto il trionfo nel 1987 in sella alla varesina Cagiva.
I suoi trionfi a due ruote sono marchiati BMW e datati 1981 e 1983: la sua grande qualità convinse così i fratelli Castiglioni a ingaggiarlo per provare a vincere per la prima volta la allora Parigi-Dakar. Nell’85 Auriol andò vicino al successo e fu secondo alle spalle del belga Gaston Rehier (BMW); nel 1987 Hubert fece ancora meglio e si presentò in testa all’ultima prova speciale, ma quando il Lago Rosa era quasi in vista, cadde rovinosamente fratturandosi entrambe le caviglie. Un ritiro e un epilogo amarissimi, ma ancora oggi ricordati come espressioni di una gara eroica.
Il suo lavoro in sella alla “Elefant” però non andò sprecato, perché negli anni successivi il sogno Dakar divenne realtà per la Cagiva grazie alle due vittorie ottenute (1990 e 1994) dall’italiano – e quasi omonimo di Auriol – Edi Orioli. Lui, Hubert l’Africain intanto era passato alle quattro ruote vincendo l’edizione 1992 su Mitsubishi insieme a Philippe Monnet.
Il legame tra Auriol e la Dakar è sempre rimasto molto forte, tanto che l’ex pilota divenne direttore della corsa per conto della ASO, la società che organizza e gestisce il raid. Oggi, domenica 10 gennaio, il decesso mentre in Arabia la “nuova Dakar” è in pieno svolgimento.
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