Mastromarino scrive al Governo: “Zona rossa, nelle aree di frontiera si rischia una crisi irreversibile”
Il sindaco di Lavena Ponte Tresa, presidente dell'Associazione dei Comuni di frontiera, chiede ristori e provvedimenti che permettano a chi è vaccinato o negativo al test Covid di varcare la frontiera

L’istituzione della “zona rossa” porta tanti problemi ovunque, ma nelle aree di frontiera assume caratteristiche proprie, in virtù della particolarità di territori, economia e spostamenti che caratterizzano i territori di confine. Per questo Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dell’Associazione Comuni italiani di frontiera, ha scritto ieri al Governo, alle istituzioni e ai parlamentari delle circoscrizioni Lombardia e Lombardia 1 per rimarcare la difficile situazione economica sul confine.
«Ho chiesto due cose – spiega Mastromarino – Innanzitutto ristori a fondo perduto, in tempi certi e con meccanismi semplici e chiari. Ho inoltre evidenziato la necessità di superare una visione “statica” degli spostamenti tra gli Stati».
«La suddivisione del territorio nazionale secondo scenari di contagio regionale e le limitazioni agli spostamenti da e per l’estero, hanno fortemente contratto l’economia dei Comuni Italiani di Frontiera Lombardi con il Canton Ticino – scrive Mastromarino nella lettera inviata a Roma – in particolar modo per ciò che riguarda le attività commerciali e di servizio che hanno il proprio bacino di utenza oltreconfine. Diventa quindi non più differibile l’assunzione di provvedimenti a sostegno della nostra economia per evitare una crisi irreversibile. Due a nostro avviso le azioni da intraprendere: 1. A sostegno delle singole imprese, prevedere con modalità chiare e tempi certi, ristori, contributi a fondo perduto, per le attività situate nei Comuni di Frontiera; 2. A sostegno dell’economia di frontiera, il superamento di una visione “statica” degli spostamenti tra gli Stati (in virtù anche del fatto che giornalmente per motivi di lavoro, oltre 60.000 frontalieri varcano il confine senza aver effettuato alcun tampone o altro controllo sanitario), a favore di una visione “dinamica” degli stessi, che permetta: a tutte le persone in possesso di test molecolare antecedente almeno le 48/72 ore, ai soggetti vaccinati contro Sars CoVid-19, e ai soggetti guariti, di poter sempre entrare e uscire dal territorio nazionale. Queste misure, in attesa di un decisivo miglioramento della situazione pandemica che consenta la riapertura delle attività economiche e la libera circolazione, possono nel breve periodo migliorare la difficile situazione economica dei nostri territori».
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