Le ragioni dei No Accam: “Busto Arsizio colga l’occasione per passare all’economia circolare”
I vari movimenti, gruppi e comitati contro l'inceneritore hanno presentato le loro ragioni con una lunga diretta streaming su facebook

Non solo l’inceneritore. Economia circolare, comportamenti dei singoli, uso di veicoli non inquinanti. Piccoli gesti quotidiani che possono cambiare, se adottati a livello di massa, la qualità dell’aria che respiriamo. Se n’è parlato in streaming sulla pagina facebook del Comitato No Accam con Emanuele Fiore, Stefano Marchionna, Stefano Tomasini, Paola Gandini di Legambiente Bustoverde, Giampaolo Sablich di Movimento X, Alessandro Barbaglia.
In queste settimane il comitato sta spingendo molto sui concetti che stanno alla base della richiesta di chiudere immediatamente l’inceneritore di Borsano, al centro di una crisi societaria gigantesca e alla quale le amministrazioni locali, socie di Accam, stanno cercando di trovare una soluzione. Ad oggi nessuna di queste ipotesi ha previsto la chiusura dell’inceneritore.
Durante lo streaming si è approfondito il tema dell’economia circolare e degli studi in atto per cambiare l’attuale modello economico che produce rifiuti e li brucia, verso un modello che, sin dalle singole scelte dei cittadini e fino alle aziende che producono, si basi sul riutilizzo.
«Sono le ragioni che stanno alla base delle nostre richieste – spiega il promotore Emanuele Fiore -. Tre i punti che abbiamo fatto emergere. Siamo una zona inquinata, lo dicono i dati. Accam non è necessaria: si inizi a chiuderla per ridurre inquinamento. I politici sono stati capaci di fare un buco milionario con i rifiuti come gli si può ancora dare fiducia? La volontà dei cittadini: chiediamo di informarli sulla situazione reale dell’inceneritore, non con soluzioni sotto banco, al fine di chiedere il loro parere. Alla fine Accam è di tutti noi».
Di seguito l’intero streaming
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