L’Insubria cresce e raddoppiano gli specializzandi in medicina
Un servizio del telegiornale regionale racconta la ripartenza delle lezioni nell'ateneo dopo un anno di Dad. Crescono gli specializzandi
Gli studenti dell’Università Insubria di Varese e Como sono tornati in aula. Ad un anno di distanza dalla chiusura degli atenei a causa dell’emergenza sanitaria, gli studenti del primo anno dei corsi di laurea triennali e magistrali sono rientrati in classe, con mascherine e distanziamento tra i banchi.
Il graduale ritorno alla normalità è regolato da un rigoroso protocollo di sicurezza: prima di accedere alle aule viene misurata la temperatura e tramite una App è possibile prenotare il proprio posto. Inoltre, è previsto che anche in caso di zona arancione le lezioni potranno continuare sempre al 50%.
A raccontare la ripartenza dell’ateneo varesino è stato anche un servizio del Tgr di Paola Colombo, andato in onda questa mattina nell’edizione delle 7 e 3o di Buongiorno Regione e in replica durante il notiziario della sera. «Sono contenta di tornare sui banchi, mancava moltissimo questa realtà», racconta Francesca Cisotto, studentessa di Scienze e Tecniche della Comunicazione.
In questo anno di didattica a distanza sono stati registrati fino a diecimila studenti connessi ogni mese. Un’esperienza per molti versi difficile, ma che ha anche permesso di scoprire nuove modalità di lezione e organizzazione, così come sottolineato dal Rettore Angelo Tagliabue nell’intervista al Tgr: «La Dad ci ha permesso un risparmio ambientale, una maggiore dinamicità decisionale e per molte attività didattiche si è rilevata una buona soluzione».
In un anno così particolare si sottolinea un aumento di iscritti, fino all’1% nelle facoltà di Medicina. Le lezioni a distanza in questo settore risultano particolarmente difficili, come hanno raccontato due studenti, Mauro Voltina e Matilde Diotallevi ma la volontà non si è mai fermata. Durante l’emergenza sanitaria il numero di specializzanti in medicina infatti è quasi raddoppiato.
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