Il lockdown si dice “Tütt sarà sü“: il dialetto che a Orino si parla su WhatsApp

Intanto in paese arriva il secondo libro frutto delle giornate del mercoledì, quando in biblioteca si parla solo vernacolo locale

Generica 2020

Nel mondo si chiama lockdown. A Orino però si dice «tütt sarà sü».

Almeno così si legge sul gruppo di WhatsApp creato apposta per gli amanti della lingua, una volta, del popolo.

La lontananza difatti lascia il segno, ma non toglie le parole del cuore. Le parole sono quelle che un tempo animavano piazze e mercati con segni, gesti e naturalmente gli intramontabili modi di dire frutto della cultura popolare.

In una parola: il dialetto (nella foto, uno dei tanti momenti del passato che animavano il paese).

Così nel paesino della Valcuvia è risaputo che fra la biblioteca contenente alcune decine di testi in vernacolo locale e le giornate del mercoledì dove si parla l’antica lingua di queste vallate, il dialetto è diventato fatto di paese, e che attira sempre più persone affascinate da  ogni frase che contiene qualcosa da imparare, storia, tradizioni, antichi mestieri.

Alla fine, l’arte quasi poetica di descrivere e “pesare“ il mondo con semplici parole.

Il frutto di queste giornate è arrivato alle stampe l’anno scorso. Di questi giorni il nuovo testo, una sorta di seconda parte arrivata in ritardo per via della pandemia: «Il libro, pronto dalla scorsa primavera, avrebbe dovuto essere pubblicato in occasione della mostra di disegni “Scarabocc in dialet” di Gregorio Cerini ma a causa dell’epidemia in corso e del conseguente lockdown (tütt sarà sü), non abbiamo potuto farlo», dicono da Menta e Rosmarino, periodico di cultura locale che ha collaborato alla realizzazione del libro editato dal Comune di Orino e curato dallo storico locale Giorgio Roncari di Cuvio.

Nel libro sono stati trascritti, in dialetto e in italiano, i conversari delle persone presenti il mercoledì in biblioteca a Orino.

Si parla di modi di vivere, lavorare e divertirsi (“manera de campaa“) della gente di Orino, negli anni passati. Affinché resti un ricordo per i giovani orinesi che non hanno vissuto la vita di “Urin di temp indrè“.

E per non perdere i contatti proprio durante i mesi del confinamento gli iscritti al gruppo whatsapp – nato per coordinare le giornate in biblioteca –  hanno continuato a parlarsi e a scambiarsi messaggi, rigorosamente in dialetto.

Poesie, canzoni e auspici, come quelli scambiati alla fine del 2020: “Sperem de pudee truass l’an che vegn“.

di
Pubblicato il 03 Febbraio 2021
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