Intercettata a Como una spedizione illecita di rifiuti
In azione Dogane e Finanza: fermato un carico di 20610 kg di particolato di metalli ferrosi e l’autoarticolato che li trasportava, per violazione della normativa sul trasporto dei rifiuti

Nelle scorse ore i funzionari dell’Agenzia dogane e monopoli della Sezione Operativa Territoriale (SOT) di Ponte Chiasso in collaborazione con i militari della locale Guardia di Finanza, nell’ambito di un’attività di indagine sui trasporti transfrontalieri di rifiuti, hanno sequestrato un carico di 20610 kg di particolato di metalli ferrosi e l’autoarticolato che li trasportava, per violazione della normativa sul trasporto dei rifiuti.
In sede di controllo di una dichiarazione di importazione, i funzionari ADM rilevavano l’incongruenza tra l’itinerario di viaggio seguito dal trasportatore, l’origine UE della merce dichiarata in fattura e l’indicazione di una società svizzera quale soggetto “generatore di rifiuto” riportata sul documento accompagnatorio della spedizione.
Gli agenti hanno controllato l’autoarticolato riscontrando una differenza qualitativa della merce, dichiarata come “ritagli, sfridi o lingotti”, ma che si presentava, in realtà, come scarti, sotto forma di polveri di metalli ferrosi.
I sospetti sull’incongruenza dell’intera operazione di importazione, che seguiva di pochi minuti una operazione di esportazione verso la Svizzera dell’identico carico, venivano confermati dalle
dichiarazioni spontanee rese dall’autista del mezzo, che ammetteva di non avere mai eseguito la consegna in Svizzera, avendo ricevuto precise istruzioni dal proprio titolare di riportare la merce intatta in Italia, scortata da nuovi documenti forniti da un intermediario svizzero, per la consegna definitiva del carico, in realtà generato in Italia, a un soggetto economico italiano indicato come importatore definitivo.
Gli agenti hanno ravvisato gli estremi di una spedizione illegale di rifiuti, ai sensi del combinato disposto del D. Lgs. n. 152/06 e del Reg. UE n. 1013/06: tale fattispecie, secondo la Corte di Giustizia europea, si concretizza quando il documento di accompagnamento relativo alla spedizione -il citato Allegato VII- contenga informazioni erronee o incoerenti per quanto riguarda importatore/destinatario, impianto di recupero e paesi/Stati interessati.
Si è proceduto quindi, alla denuncia a carico del trasportatore per il reato di cui all’art. 259 del D. Lgs. n. 152/06 e al sequestro preventivo della merce e dell’autoarticolato.
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