Luca Prina si presenta: “Continuare il ciclo Pro Patria con feroce determinazione”
Il nuovo allenatore dei tigrotti è stato presentato alla stampa nella sede di via Cà Bianca: "Qui per dare continuità ad un progetto sano"
Continuità e feroce determinazione, sono queste le parole più usate durante la presentazione del nuovo allenatore della Pro Patria Luca Prina che succede a Ivan Javorcich e ne raccoglie la pesante eredità dopo quattro stagioni in continua crescita.
Davanti alla presidentessa Patrizia Testa e al direttore sportivo Sandro Turotti, il nuovo allenatore ha risposto alle domande dei giornalisti curiosi di conoscere qualcosa di più sul mister che portò l’Entella dalla serie D alla B.
Così ha esordito Patrizia Testa: «Ho avuto occasione di conoscerlo qualche anno fa ai botteghini dello stadio. Abbiamo gli stessi valori di base e questo è importante. Non mi addentro, invece, nel discorso tecnico che non mi compete. Auguri di buon lavoro a lui e a tutto il mondo Pro Patria, una società con valori e passione, gli stessi della sottoscritta e dei tifosi. Grazie allo sponsor Istituto San Carlo e a Sandro Turotti, la mente tecnica di questa società».
Per la Testa sarà un altro anno da sola e lo sa bene «ma non significa non investire in questa Pro Patria. Iniziamo il settimo anno e guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno. Aggiungiamo un gradino alla volta».
Prima di lasciare la parola a Prina è intervenuto Turotti: «Quando Javorcich mi ha fatto capire che voleva fare nuova esperienza, il primo pensiero è stato quello di trovare un allenatore con alcune caratteristiche. Ho scelto una persona che conoscevo sia personalmente che sul piano tecnico e ho capito subito che anche per lui la continuità è importante, io lo chiamo il metodo Pro Patria perchè qui non è finito un ciclo societario ma solo quello dell’allenatore. Prina perché ci conosce bene, ci ha visto tante volte qua allo Speroni, seduto tra il pubblico come in panchina. Conosce la categoria e ha la giusta esperienza».
A margine Turotti ha anche annunciato l’incontro pomeridiano con Nicco e per la firma del rinnovo del contratto che lo legherà ai colori biancoblù fino al 2023 e le date del ritiro a Sondalo dal 21 luglio al 31 luglio. Il 19 ci sarà, invece, il classico raduno.
Turotti ha anche chiarito che il diktat societario rimane lo stesso dell’era Javorcich: 5 giovani in campo, obiettivo salvezza e attaccarci quel qualcosa in più a cui ormai i tifosi hanno fatto la bocca e cioè i play off: «Abbiamo tanti ragazzi che porteranno avanti il ciclo Pro Patria nei prossimi anni».
Finalmente è arrivato il momento di Prina: «Ho notato che qui a Busto Arsizio ci sono idee molto chiare e definite. Faccio innanzitutto i complimenti a Javorcich per il lavoro importante che ha fatto e che mi permetterà di partire da una base del genere è un tesoro per un allenatore. Non esistono molte realtà di questo tipo. Da lì cercheremo di apportare qualcosa di migliorativo figlio del percorso fatto in questi anni».
Il nuovo allenatore dimostra anche una certa padronanza della filosofia quando cita Ignazio Silone, stimolato da una domanda sulla sconfitta galeotta dell’Entella a Busto che portò all’esonero dell’allenatore e che aprì la strada a Prina: «Ignazio Silone scrisse che il destino è un invenzione della gente fiacca e rassegnata. Io credo che il destino bisogna andare a cercarselo».
Quali sono i suoi maestri? «Il mio primo maestro è stato mister Aldo Sottile, non è molto conosciuto ma è della mia città e mi ha insegnato come istruire i ragazzi del settore giovanile. Sono dell’idea che tutti sono migliorabili sempre. Dal punto di vista tattico il mio maestro è stato mister Roberto Bacchin con la zona. Giuseppe Sannino mi ha trasmesso, invece, il temperamento. Oggi l’allenatore deve capire che è sempre più un manager. Deve scovare ed esaltare le caratteristiche della società e della squadra che va ad allenare».
Cosa porta a Busto Arsizio? «Qui porto concretezza e feroce determinazione oltre all’entusiasmo di una ripartenza dopo un po’ di tempo fuori da questo mondo».
Quali obiettivi si pone e con quale schema? Sarà ancora 3-5-2? «Credo che non si debba perdere di vista l’obiettivo iniziale che è la salvezza. Quello che è stato ieri è già dimenticato. Stesso modulo? Come dicevo si parte dalla base che c’è poi vediamo».
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