Il senatore Alfieri a Lavena Ponte Tresa: “Una gioia per il cuore vederla rinascere”
Tra quelli che più si sono spesi con il Governo per l'ottenimento della "fascia di libero passaggio", Alfieri ha voluto toccare con mano la ripartenza
Sabato è da sempre un giorno speciale, in questo piccolo comune di frontiera affacciato sul Lago di Lugano: è giorno di mercato. Chi non vive da queste parti fatica a capire cosa significhi la tanto attesa, e finalmente ottenuta, istituzione della libera circolazione nella fascia di confine per cittadini provenienti da e per la vicina Svizzera.
In giornate come il sabato il paesino è abituato all’invasione degli amici e dei clienti svizzeri. Molti erano soliti arrivare anche da Zurigo, Berna, Lucerna a fare una gita in giornata a Lavena Ponte Tresa, grazie all’ottima rete ferroviaria che collega tutta la Svizzera al confine italiano in poche ore. I sabati degli ultimi 9 mesi no. Sono invece stati all’insegna della più totale desolazione. Il mercato più che decimato, il flusso dei parenti, dei clienti, degli amici, bloccato.
Chi non vive da questi parti non considera quanto sia usuale che membri della stessa famiglia vivano a volte a poche centinaia di metri, a qualche chilomentro gli uni dagli altri, ma in due stati diversi. Nonni e nipoti, genitori e figli, coppie di fidanzati a cui per 9 lunghissimi mesi non è stato concesso di riabbracciarsi perché le normative italiane non permettevano in alcun modo l’ingresso in territorio nazionale, se non per motivi di lavoro e salute.
Alla Coop di Lavena Ponte Tresa con Alfredo De Bellis, vice presidente Coop LombardiaDa mesi i commercianti e le famiglie chiedevano che si facesse qualcosa. Hanno dato via al movimento “Aprite le dogane!“, hanno attirato nazionali di entrmbi gli stati, si sono anche simbolicamente messi in mutande davanti alla dogana per accendere i riflettori sulla loro situazione. Per fare capire che non importava, qui, se il colore fosse rosso, arancione (più o meno rafforzato) o giallo. Con le frontiere bloccate era come essere in lockdown.Con i negozi aperti sulla carta ma senza nessun cliente e forzatamente lontani dai loro familiari.
Lo sa bene il senatore Alessandro Alfieri, che ha parte della famiglia a Cunardo a pochi chilometri dal confine, cosa significasse il blocco delle dogane. E’ per questo motivo che a Roma si è distinto per essere uno di quelli che ha portato avanti con determinazione la battaglia per la riapertura, “Ho fatto fatica a fare capire a Roma la specificità dei comuni di frontiera – ci racconta – E’ una realtà lontana, non si ha la percezione di quanto i confini qui siano relativi, almeno nella quotidianità delle persone che li vivono. E’ stato grazie al lavoro di squadra e al supporto di sindaci come Massimo Mastromarino, che finalmente dopo settimane siamo riusciti ad ottenere un provvedimento incisivo.”
Presso l’enoteca Vini RossettiE proprio accompagnato dal primo cittadino, insieme al vicesindaco Pasqualino D’Agostino e all’assessore alla Cultura Valentina Boniotto, Alfieri ha fatto visita alla cittadina di frontiera finalmente di nuovo affollata e viva.”E’ una gioia per il cuore vedere Lavena Ponte Tresa finalmente rinascere. Non solo per le attività economiche, che sono contento possano finalmente tornare a lavorare, ma anche per quelle famiglie che si sono riabbracciate. Penso all’emozione di quei nonni che non vedevano i nipotini da quasi un anno.”
E per le vie del paese è davvero festa. C’è gente che passeggia sul lungo lago, famiglie sedute ai tavolini dei bar e dei ristoranti, si sente parlare di nuovo parlare anche in tedesco e il clima è di allegria. In dogana code all’ingresso dalla Svizzera, anche se non come nei sabati “a pieno regime”. Complice il ponte dell’Ascensione (festa che quest’anno cadeva il 3 giugno e che è molto sentita in Ticino) e l’annuncio della riapertura arrivato solamente la sera prima (mercoledì 2 giugno), molti avevano già prenotato le vacanze altrove per questo fine settimana e dovranno aspettare la prossima per tornare nel Bel Paese.
Alla storica Gastronomia MinaQuello che conta oggi è vedere il sorriso per strada e avvertire mentre si passeggia per le strade il sollievo che l’ultimo provvedimento ha portato nelle vite di queste persone. Un sentimento riassunto bene da Paola, edicolante del centro, che ha appeso un gigantesco cartello nella sua vetrina: “Un grazie di cuore a tutti i nostri clienti che in questi terribili mesi ci hanno sostenuto con affetto sincero. Grazie a tutti! I ponti sono costruiti per unire, non per dividere!”
Il cartellone gigante di PaolaTAG ARTICOLO
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