Stranieri in attesa di regolarizzazione: “Pago i contributi ma non posso prenotare il vaccino”
La segnalazione di un legnanese che sta lottando contro «un muro di gomma» per prenotare la dose di vaccino alla colf che ha assunto regolarmente
«La campagna vaccinale in Lombardia esclude gli stranieri regolarmente assunti ma ancora in attesa di essere regolarizzati». Il legnanese Arsenio Spadoni sta lottando contro «un muro di gomma» per prenotare la dose di vaccino alla colf che ha assunto regolarmente. Da un anno attende di essere contattato dalla Prefettura per la domanda di emersione, nota come “sanatoria” Bellanova, presentata «allegando tutti i documenti richiesti e pagando quanto previsto dalla legge» per regolarizzare la collaboratrice domestica, alla quale ogni tre mesi versa i contributi all’Inps. Eppure questo non basta per avere accesso al vaccino.
Dopo diversi tentativi, rimbalzando da un ufficio all’altro, è riuscito a farle ottenere il codice STP (documento che dovrebbe sostituire il codice fiscale ndr) ma anche con questo numero non è stato possibile effettuare la prenotazione: «Ci siamo rivolti all’Asst, all’Asl, al medico di base, alla Regione, le abbiamo provate tutte ma non abbiamo mai ottenuto risposta», denuncia il legnanese che ha scritto una lunga lettera all’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, chiedendo un cambio di rotta.
«In questo mese e mezzo di tentativi ci siamo mossi con pazienza e nel rispetto di tutte le regole, anche di quelle di una burocrazia assurda. Sinceramente – è l’amara conclusione del cittadino – , a questo punto, non possiamo che sentirci doppiamente presi in giro, prima dallo Stato, per l’anno di attesa per le pratiche di regolarizzazione, e poi dalla Regione Lombardia».
Il problema segnalato dal lettore riguarda migliaia di stranieri in attesa di permesso di soggiorno in Lombardia che non riescono a prenotare il vaccino. L’ostacolo principale sarebbe da ricondurre al codice temporaneo attribuito dal sistema sanitario ma non riconosciuto dal portale di Poste Italiane. Proprio per sollecitare la risoluzione di questo problema, nella giornata di oggi, 8 giugno, il consigliere Michele Usuelli di Più Europa-Radicali, ha presentato un’interrogazione sollevando il tema dell’accesso al vaccino negato agli stranieri. Il consigliere ha chiesto di dare a Poste Italiane il mandato per risolvere il problema, oltre a campagne di informazione e sportelli ad hoc sul territorio.
Di seguito la lettera integrale inviata da Arsenio Spadoni all’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti.
Gentile Sig.ra Moratti,
ci permettiamo rivolgerci a Lei – io e mia moglie – non solo in quanto Responsabile del Welfare della Regione Lombardia, regione nella quale siamo residenti, ma anche perché siamo a conoscenza della Sua sensibilità nei confronti delle persone più deboli e degli emarginati.
La questione che vogliamo portare alla Sua attenzione riguarda una signora straniera da noi assunta oltre un anno fa come colf, dopo che era rimasta senza lavoro a seguito della morte dell’anziano che accudiva. La signora in questione si chiama K.L., ha 61 anni, non ha il permesso di soggiorno, ed abita con noi nella nostra casa di Legnano (MI).
Nel giugno dell’anno scorso, abbiamo presentato regolare domanda di emersione ai sensi del DL n. 34 del 19 maggio 2020 (meglio noto come legge Bellanova), allegando tutti i documenti richiesti e pagando quanto previsto dalla legge.
La signora risulta da allora regolarmente assunta presso l’INPS, ha un contratto di lavoro, riceve un regolare stipendio e paga ogni tre mesi i contributi assistenziali e previdenziali.
Ad un anno dalla presentazione della domanda, non abbiamo avuto alcuna risposta dalla Prefettura competente, così come la maggior parte delle persone che insieme a lei hanno presentato la richiesta, come ci ha fatto sapere il patronato che segue la pratica.
Una vergogna. Non esiste altra parola per definire uno Stato che emana le leggi e che, per primo, non è in grado di rispettare. Ma questo non è, ovviamente, imputabile a Lei o alla Regione Lombardia.
Alla Regione Lombardia contestiamo altro, ovvero l’impossibilità per la signora di accedere sia alla campagna vaccinale che ai servizi sanitari della Regione.
Mentre si fa di tutto (giustamente) per vaccinare tutte le categorie di cittadini, bambini compresi, e si vogliono persino salvaguardare le vacanze degli italiani aprendo alle vaccinazioni nei luoghi di villeggiatura, gli stranieri in attesa di regolarizzazione che vogliono vaccinarsi si trovano nell’impossibilità di farlo, come descritto di seguito.
Più di un mese fa, infatti, abbiamo contattato l’apposito numero verde regionale spiegando i termini della questione. L’operatore, gentilissimo, ha preso nota del problema, promettendo di richiamarci a breve. Naturalmente non abbiamo ricevuto alcuna chiamata.
Abbiamo pensato quindi di rivolgerci all’URP dell’ASST di competenza (ASST Ovest Milanese); ci ha risposto rapidamente il Responsabile che ci ha indirizzati all’Ufficio Scelta e Revoca di Legnano perché, nel frattempo, volevamo anche risolvere la questione della tessera e dell’assistenza sanitaria, dal momento che la Sig.ra K. da un anno paga regolarmente per questo servizio ma non ne può usufruire.
Nel frattempo, in data 12/5, abbiamo inviato anche una PEC all’indirizzo welfare@pec.regione.lombardia.it descrivendo il problema. Risposta? NESSUNA.
Dopo pochi giorni, tuttavia, è arrivata la risposta dell’Ufficio Scelta e Revoca di Legnano con la richiesta di tutta una serie di documenti (gli stessi presentati per la domanda di emersione, sic!) che abbiamo provveduto ad inviare.
Naturalmente a tutte le persone contattate telefonicamente e tramite posta elettronica abbiamo sempre chiesto le modalità per poter accedere alla Campagna Vaccinale NON OTTENENDO MAI alcuna risposta.
Finalmente dopo qualche giorno si è fatto vivo l’Ufficio Scelta e Revoca di Legnano il quale, a seguito dei documenti presentati, ci ha inviato un documento con un numero di iscrizione provvisoria con – l’apparente – possibilità di scegliere il medico curante.
Con i dati di quel documento abbiamo tentato, invano (i codici sono completamente differenti) di effettuare una prenotazione online per la vaccinazione. Abbiamo quindi richiamato il numero verde riproponendo la questione e comunicando gli ulteriori dati della signora K. Come al solito, gentilissimo, l’operatore ha preso nuovamente nota di tutto promettendo di richiamarci. Naturalmente ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna chiamata né comunicazione in merito.
Nel frattempo abbiamo ricontattato l’ASST di Legnano per la scelta del medico: dopo una settimana la risposta è stata “in questa fase di attesa del permesso di soggiorno, non è possibile assegnare un medico di base da quest’Ufficio. Potrà recarsi presso il medico di base di Sua scelta”.
Come era logico aspettarsi il medico di base al quale ci siamo rivolti ci ha risposto picche: lui può accettare solamente le persone il cui nominativo viene segnalato ed inserito nel sistema dall’ASST; naturalmente è disponibile ad offrire tutta l’assistenza del caso, ovviamente a pagamento, così come a pagamento saranno le medicine, ecc.
In questo mese e mezzo di tentativi ci siamo mossi con pazienza e nel rispetto di tutte le regole, anche di quelle di una burocrazia assurda. Sinceramente, a questo punto, non possiamo che sentirci doppiamente presi in giro, prima dallo Stato, per l’anno di attesa per le pratiche di regolarizzazione, e poi dalla Regione Lombardia che Lei rappresenta per quanto appena descritto.
E a questo punto ci vediamo costretti a rendere pubblica questa vicenda inviando copia di questa lettera agli organi di informazione con i quali siamo in contatto: purtroppo sembra che in Italia questa sia ormai l’unica strada per ottenere ascolto dalle amministrazioni pubbliche.
Nell’inviarle i nostri saluti, le comunichiamo i nostri recapiti nel caso volesse contattarci.
Arsenio Spadoni, Sebastiana Meazza
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