Sinti Gallarate, richiamo di FdI al sindaco: “Solidarietà alla Polizia, fa un buon lavoro”
Dopo la dura uscita del sindaco su Prefettura e Questura, l'ex assessore provinciale Martignoni corregge il tiro. E critica il percorso "improprio" delle ultime settimane
«Non si può certo mettere in dubbio l’operato della Polizia di Stato». Giuseppe De Bernardi Martignoni, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Gallarate, interviene all’indomani delle dure critiche espresse dal sindaco Andrea Cassani nei confronti di Questura e Prefettura, sulla gestione delle due famiglie sinti ritornate in via Lazzaretto a Cedrate.
«Da Fratelli d’Italia massima solidarietà alla Polizia per l’ottimo lavoro svolto fin qui su tutte le materie, non certo solo sui sinti», premette Martignoni, dando un segnale da dentro la coalizione di centrodestra di Gallarate.
Segnale distensivo verso le forze dell’ordine, ma anche politico interno alla maggioranza. «Il sindaco ha seguito un iter improprio» dice Martignoni, che è stato anche assessore provinciale alla sicurezza.
Lo fa senza polemica esplicita, ma mettendo in evidenza quel che considera un errore nel percorso di gestione del caso-sinti: «Il sindaco non avrebbe dovuto chiamare il Prefetto: avrebbe invece dovuto chiedere subito la convocazione del Tavolo per l’Ordine e la sicurezza, per porre la questione al tavolo provinciale preposto, dove ci sono tutti i rappresentanti anche dallo Stato e dal Governo, oltre che delle forze dell’ordine. Così non ci sarebbe stato bisogno di mettere in mezzo il viceministro», quel Molteni che Cassani ha detto di voler informare della «situazione kafkiana» di Gallarate.
Sinti Gallarate, il sindaco attacca Questura e Prefettura: “Chiamerò il viceministro Molteni”
Al di là dell’ultimo episodio, Martignoni torna anche sulla gestione successiva allo sgombero del novembre 2018: «Le utenze e i pozzetti dell’acqua avrebbero dovuto chiuderli appena i sinti erano stati allontanati, sigillando e murando tutto, se necessario».
Pino Saccone, uno dei capifamiglia sinti tornati al campo, davanti al pozzetto dell’acqua. Dal 2018 l’ex campo attrezzato è tornato formalmente area agricola, anche se nel terreno ci sono ancora condutture e fogneDalle file del centrodestra comunque Martignoni rimarca il sostegno alla linea di fermezza verso le ultime due famiglie tornate in via Lazzaretto: «Se i sinti hanno urgente bisogno d’acqua per sopravvivere, gliela porterà la Protezione Civile, per una questione d umanità. Ma non hanno certo il diritto di allacciarsi ai pozzetti comunali».
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