Un grazie al personale medico e infermieristico del pronto soccorso di Varese. E una preghiera: vaccinatevi
Un malore e la corsa in pronto soccorso. L'arrivo in un ambiente con moltissime persone sofferenti. Il personale che si prodiga a curare e confortare. E poi l'ambulatorio dedicato ai casi sospetti Covid dove le condizioni di lavoro si complicano

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Elisa, paziente del pronto soccorso di Varese che vuole dire grazie a chi si è occupato di lei
Ci sono professionisti che andrebbero retribuiti come meritano e riconosciuti umanamente, specialmente in questo periodo scandito dai ritmi della pandemia Covid. Mi riferisco al personale medico e infermieristico del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo della nostra Varese.
In una sera come tante ho avuto un malore e sono stata accompagnata da mio marito al nostro Pronto Soccorso. Sono stata accolta con gentilezza e supportata in modo encomiabile. Eppure il punto visite era affollato: una ‘lettigaia’ di anziani alcuni psichiatrici, conosciuti ormai dal personale per i numerosi accessi periodici acuiti nei mesi estivi.
Altrettanti anziani traumatizzati, diversi pazienti gravi giunti in ambulanza, codici rossi che vedi passare e ti fanno pensare che avresti fatto meglio a restare a casa a sopportare il tuo dolore, piuttosto che incrociare gli occhi dei parenti disperati. Vi assicuro che gli infermieri e i medici si prodigano a curare le persone con scrupolo, pazienza e delicatezza, anche dopo ore di urla e lamenti che renderebbero nervoso chiunque.
Mi ha commossa vedere un infermiere ‘veterano’ come il signor Ghielmi dopo una giornata di lavoro, aiutare e rasserenare un anziano visibilmente provato con una pessima frattura al femore: un conforto necessario e vitale ancor più per un paziente over 90, disorientato e visibilmente terrorizzato.
Anche i suoi colleghi, al cambio turno delle ventidue, si sono alternati tra le numerose barelle disposte per far superare la notte a tutti questi anziani allettati, scambiando con noi pazienti battute allegre per alleggerire il clima pesante.
La Dottoressa Mera Valentina, a cui rivolgo i miei più sentiti ringraziamenti per la fermezza e la scrupolosità che ha avuto nei miei confronti, ha fatto i salti mortali per seguire i numerosi pazienti che si avvicendavano nelle ore in cui sono transitata in Ps.
Ringrazio il tecnico di radiologia, che ha avuto una parola buona per tutti, così come ringrazio il medico ecografista Alessandro Giuliani per l’accuratezza della visita e per le parole delicate che mi ha rivolto. Non è così scontato trovare tante professionalità che mantengano la calma in una situazione di sovraffollamento che purtroppo è diventata abitudine al Pronto Soccorso, appesantita ancor di più dall’ambulatorio Covid e dai tagli alla Sanità lombarda.
In questo ultimo ambulatorio accedono sempre più frequentemente persone non vaccinate in piena sintomatologia, con pochissimo spazio a disposizione e personale stanco di affrontare una situazione evitabile, che li obbliga a turni massacranti da troppo tempo.
Spero che queste parole vengano lette da chi oggi non si sia ancora vaccinato, perché rifletta sulla propria responsabilità verso la comunità in cui vive: sarebbe di grande utilità alleggerire gli ospedali di nuovi contagi (escludo naturalmente l’impossibilità di accedere al vaccino per alcune fasce patologiche), compiendo un atto di CIVILTA’ e RISPETTO nei confronti dei propri concittadini ma soprattutto dei medici e del personale infermieristico che in questi giorni si trova ancora in ‘trincea Covid’ e che non ha mai smesso di curarci, nonostante tutto.
Elisa Ballerio
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