La cena afgana a Varese fa sold out: quattromila euro a favore dell’Afghanistan
Hanno risposto in 250 all'appello alla Schiranna: gli oltre 40 volontari delle associazioni coinvolte ed un menù tradizionale degno dei migliori ristoranti etnici hanno contribuito al successo dell’iniziativa

Varese c’è e l’ha dimostrato rispondendo in massa all’appello di partecipazione della cena di solidarietà con il popolo afghano organizzato dalle ACLI e l’Associazione Culturale Afghana in collaborazione con il PD varesino nel giorno, coincidenza non ricercata, in cui ricorreva l’anniversario ventennale dell’attentato alle Torri gemelle a New York seguito dall’occupazione dell’Afghanistan delle truppe USA a cui si aggiunsero tutte quelle degli stati alleati.
Duecentocinquanta persone presenti ai tavoli del tendone alla Schiranna ( altre 50 purtroppo sono state rimandate per raggiunto limite di posti disponibili) gli oltre 40 volontari delle associazioni coinvolte ed un menù tradizionale degno dei migliori ristoranti etnici hanno contribuito al successo dell’iniziativa con l’impegno e la promessa di continuare anche in futuro a dare seguito a questa importante iniziativa e a mantenere vivo la tematica dell’accoglienza umana e civile.

Sono stati raccolti dall’Associazione Culturale Afghana, al netto delle spese organizzative, circa 4000 euro da destinare in seguito, quando ci saranno opportune garanzie governative, a progetti di assistenza e sostegno a famiglie in seria difficoltà di sopravvivenza in Afghanistan.
La serata oltre al saluto e i ringraziamenti delle ACLI attraverso il presidente del Circolo Varese centro Dario Cecchin ha visto susseguirsi gli apprezzati interventi della presidente ACA Ilaha Mezaary in cui ci ha tenuto a precisare che oltre le azioni concrete di aiuto anche l’importanza dell’incontro per la conoscenza fra culture differenti, Samuele Astuti consigliere regionale PD, Alice Bernardoni vicesegretaria prov. PD, Giovanni Corbo Segretario prov. PD, Francesca Ciappina consigliere comunale di Varese e una piccola testimonianza di Ethimadi Medhi che ha vissuto sotto il regime di governo talebano dal 1996 al 2001 e per il quale è stato costretto ad abbandonare il suo paese.

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