Sparisce con l’assegno del cliente invalido. Noto avvocato di Saronno condannato a 3 anni
L'avvocato Ernesto Credendino è stato condannato per appropriazione indebita ai danni di un cliente, invalido al 100%. Rischio beffa per la vittima con la prescrizione che incombe

Sparì con un assegno da 43.500 euro che sarebbe dovuto andare al suo assistito, invalido civile al 100%. Ernesto Credendino, avvocato saronnese molto impegnato in politica con Fratelli d’Italia, è stato condannato a 3 anni di reclusione per appropriazione indebita dal giudice monocratico del Tribunale di Busto Arsizio, Nicoletta Guerrero.
I fatti risalgono al 2015 ma la condanna di primo grado è arrivata solo ieri, martedì 28 settembre. Il processo, infatti, è partito solo anni dopo la denuncia presentata dalla vittima. L’uomo, difeso dall’avvocato Barbara Sportillo, rischia anche la beffa nel caso in cui Credendino decida di fare appello: il reato, infatti, si prescrive dopo 7 anni e mezzo.
L’uomo si era rivolto a Credendino per una causa con il suo datore di lavoro. Ad un certo punto riceve la telefonata del legale saronnese che gli comunica di aver chiuso la vicenda in maniera bonaria e di avere un assegno da 43.600 euro a suo nome, da consegnargli. Si accordano per vedersi una, due, tre volte ma ad ogni appuntamento Credendino risulta assente. Dopo un paio di mesi il cliente di Credendino decide di rivolgersi ad un altro legale e di denunciare il fatto.
Al processo l’avvocato Credendino non si è presentato nemmeno alla lettura della sentenza. Alla fine è arrivata la condanna, con l’aggravante della recidiva, risarcimento del danno e multa.
L’avvocato Ernesto Credendino è persona nota nel giro della politica saronnese. Dal 2015 è segretario cittadino di Fratelli d’Italia e nell’ultima tornata elettorale si è anche candidato consigliere nella lista del partito di Giorgia Meloni (ottenendo, però, una sola preferenza), a sostegno di Fagioli.
Credendino si difende spiegando di aver saputo solo 3 mesi fa del processo a suo carico, dal suo avvocato d’ufficio, non ha comunque ritenuto il caso di presentarsi in tribunale e annuncia che farà ricorso: «Io non ho mai ricevuto assegni per il mio (ex) cliente e non è stato mai accertato se l’azienda abbia emesso questo assegno. Non mi sono mai sottratto agli appuntamenti con la persona che mi ha accusato».
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