“Buongiorno, qualcuno può liberare questo scoiattolo?” Perché una lettrice ci ha scritto e come è andata a finire
Siamo stati contattati da Daniela che chiedeva aiuto: aveva trovato uno scoiattolo intrappolato a Ville Ponti. Ecco come è andata e perché si è trovato imprigionato

Nel pomeriggio di lunedì 25 ottobre ci è arrivata una mail da parte di una nostra lettrice, Daniela A. , che recitava “Buongiorno, è possibile fare qualcosa per questo scoiattolo intrappolato a Ville Ponti ?”
Perché c’è una gabbia per scoiattoli nel parco? Come ci è finito il poverino? E, soprattutto, perché scrivere ad un giornalista? La risposta è tutta in una parola: SelvatiCittà, ossia la Fauna in Ambiente Urbano. E’ un progetto che vede coinvolti diversi soggetti: capofila è l’Università degli Studi dell’Insubria, in collaborazione con il Comune di Varese e VareseNews come media partner.
Si tratta di una ricerca sugli “scoiattoli in città” che vede sul campo i ricercatori dell’ Università degli Studi dell’Insubria e la cui collaborazione con il Comune di Varese nasce per favorire la cosiddetta «citizen science»: tutti i cittadini sono chiamati a contribuire con segnalazioni, avvistamenti, fotografie che verranno poi condivise sui canali (giornale e social) di VareseNews e saranno uno strumento utilissimo per i ricercatori per monitorare e raccogliere dati relativi alla presenza di animali selvatici. Sono diversi parchi urbani di Varese e Gallarate ad essere interessati.
Seguite la Pagina Facebook del progetto SelvatiCittà_ la Fauna in Ambiente Urbano per rimanere aggiornati e/o contribuire agli avvistamenti.
Tornando al detenuto, che poi si è rivelata una detenuta, vi vogliamo raccontare di chi si tratta. E’ un individuo femmina di Sciurus vulgaris, altrimenti detto scoiattolo rosso, il “nostro scoiattolo” europeo. Da anni è oggetto di studio da parte dei ricercatori che cercano di preservare la specie da una serie di minacce, una su tutte la presenza del “cugino” americano, lo scoiattolo grigio alias Sciurus carolinensis. Quest’ultimo entra in competizione con il primo, sottraendogli risorse alimentari fondamentali alla sua sopravvivenza.
Le trappole servono per attrarre gli scoiattoli che, una volta intrappolati, vengono schedati, sottoposti a veloci esami e rilasciati. Gli esami servono a verificare il loro stato di salute e, soprattutto, a capire se gli scoiattoli urbani sono più o meno stressati dei consimili che abitano invece nei boschi: questo è il focus primo di SelvatiCittà, la Fauna in Ambiente Urbano.
In tutti i parchi urbani coinvolti nel progetto sono apposti cartelli esplicativi che raccontano il progetto e invitano chiunque dovesse avvistare scoiattoli o tracce del loro passaggio (una pigna smangiucchiata, delle impronte) a segnalarcelo. E’ la cosidetta “Citizen science”, ossia la partecipazione attiva dei cittadini ad una raccolta dati all’interno di una ricerca scientifica. Occhi aperti dunque, quando vi trovate nei parchi della nostra città.
Dopo la segnalazione abbiamo contattato l’Università, che aveva già avuto avviso della presenza dell’animale e abbiamo rassicurato la nostra lettrice: la scoiattolina era già nuovamente in libertà. E con la pancia piena di noccioline.
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