Enrico Mattei: la storia del supermanager
Fascista di comodo e poi capo partigiano. L’incorruttibile che costruì un impero di fatto basato sulle clientele, che morì tragicamente
Negli anni 1950 Enrico Mattei aveva letto un discorso di Winston Churchill del 1917: «Due gigantesche compagnie dominano il mercato mondiale del petrolio: in America la Standard Oil e nel Vecchio Mondo la combinazione di Shell e Royal Dutch». Secondo Mattei nonostante fossero passati decenni il mercato non doveva essere cambiato molto; egli aveva capito che i padroni del petrolio erano pochi. Il sistema antitrust USA col tempo aveva smembrato il colosso di John Rockfeller, mentre in Europa si era giunti ad una fusione. Già alla fine degli anni 1940 nessun grosso affare petrolifero era possibile senza coinvolgere le Sette Sorelle: Standard Oil New Jersey (Esso), Anglo Iranian Oil Company (poi BP), Socony Vacuum (Mobil), Standard Oil of California (poi Chevron), Texas Oil Company (Texaco), Gulf Oil Company (Gulf) e Royal Dutch Shell (Shell).
Mattei era uomo di poca cultura ma un venditore eccezionale, sebbene fosse un oratore impacciato, il quale dopo aver fatto disperare i genitori trasferitisi a Matelica (tra Fabriano e Camerino) per tentare il sogno di avere un figlio ‘dottore’, li aveva fatti ricredere con una carriera fulminante. Durante il fascismo egli non fu un vero militante, ma era un grande lavoratore: prima operaio nel settore vernici, poi rappresentante alla MaxMeyer, infine industriale fondatore della I.C.L. (Industrie Chimiche Lombarde) in zona Bovisa a Milano. Aveva inoltre frequentazioni particolari, perché la sua casa in zona Fatebenefratelli era divenuta un salotto sicuro per intellettuali democristiani come Amintore Fanfani, Enrico Falck, Giuseppe Dossetti ed Agostino Gemelli. Queste frequentazioni lo indussero col tempo ad aderire alla cosiddetta Sinistra di “Base” della DC. Durante la guerra divenne quindi un convinto partigiano bianco e fu anche arrestato a Milano nel 1944 a seguito di una rappresaglia delle Camicie nere contro l’azione pungente di una formazione GAP particolarmente agguerrita, comandata dal giovanissimo comunista varesino Renato Morandi. Mattei entrò poi vittorioso a Milano nel maggio 1945 come uno dei cinque capi del C.L.N. Alta Italia.
A titolo di premio gli fu affidata, e non gli piacque, la liquidazione dell’Agip, un’azienda considerata decotta. Uomo incorruttibile, che ebbe l’unico vizietto di andare a pesca (anche fino in Islanda) con l’aereo aziendale, Mattei era però un manager spregiudicato. Trovò il metano in Valpadana e, avendo l’infondata convinzione che in Italia il petrolio fosse abbondante, con l’Agip si mise in testa di cominciare a trafficare, in attesa di trovare quello italiano, col petrolio altrui. Celeberrimo è il caso della Supercortemaggiore, un’ottima benzina estera che di italiano aveva quasi solo il marchio. Celato fu invece il sistema clientelare creato da Mattei, il quale con i soldi del metano si comprò il consenso sfacciato di partiti e giornalisti senza alcuno scrupolo. Molti hanno visto in questi metodi che portarono nel 1953 alla nascita dell’ENI, orchestrati principalmente dalla Democrazia Cristiana, l’inizio dell’efficiente sistema corruttivo che portò infine allo scandalo politico-finanziario di “Mani Pulite” nel 1992. Fin da subito per la verità e fino alla morte don Luigi Sturzo, il grande esponente cattolico popolare, condannò e si oppose invano a questi flussi di denaro.
Mattei divenne velocemente un manager di statura mondiale, che portò due volte la DC al Quirinale, capace di infastidire gli allora ottimi rapporti Iran-USA e di stringere accordi petroliferi con l’Unione Sovietica. Secondo il collaboratore Tommaso Buscetta egli venne ucciso dalla mafia provocando un incidente aereo, su mandato di terze parti. Il mondo si trovava in quelle ore nel mezzo della crisi USA-URSS a Cuba, quella che portò le parti sull’orlo della guerra nucleare.
Scheda libro: Carlo Maria Lomartire – “Mattei” – Oscar Storia Mondadori – 2006
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