La Varese tra le due guerre raccontata dai suoi palazzi in una guida

Una vera e propria guida all'architettura varesina tra la prima e la seconda guerra mondiale è quella che è stata presentata venerdì 29: a editarla è stato l'Ordine degli Architetti di Varese

Presentazione della Guida alla città di Varese

Una vera e propria guida all’architettura varesina tra la prima e la seconda guerra mondiale è quella che è stata presentata oggi, 29 ottobre 2021, in uno dei suoi palazzi simbolo: il palazzo delle Corporazioni, che oggi ospita la  Camera di Commercio.

A editarla è stato l’Ordine degli Architetti di Varese, che ha raccolto in questo volume i risultati di una ricerca effettuata a Varese sul patrimonio architettonico compreso tra gli anni venti e gli anni quaranta e li ha presentati in un convegno ospitato dalla Camera di Commercio di Varese – che ha portato il suo saluto attraverso la dirigente Anna Deligios –  e moderato dall’architetto Francesca De Tomasi.

«Questa guida raccoglie i risultati della ricerca effettuata a Varese sull’articolato patrimonio architettonico compreso tra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso – ha spiegato l’autore, lo storico dell’architettura Eugenio Guglielmi – Ne è scaturito un variegato documento che oltre a testimoniare la grande produzione edilizia voluta dal regime ha messo in risalto la necessità di un ulteriore sforzo per la conservazione e il riutilizzo di questi manufatti. La scelta di suddividere il censimento in edifici pubblici e privati nasce dalla consapevolezza di come il regime abbia sostanzialmente mutato il volto delle città italiane, utilizzando l’architettura come mezzo rappresentativo di se stesso: si costruiscono così palazzi delle Poste e Telegrafi, stazioni ferroviarie e le diverse strutture organizzative come le case littorie, della Gioventù Italiana del Littorio, delle corporazioni, dei mutilati e invalidi, scuole, musei, antiquari, colonie marine. In questo ambito l’architettura esprime l’ideologia nella quale si sono formate e tenderanno le giovani generazioni di architetti, che non vanno etichettati sbrigativamente come “fascisti” ma che, semplicemente, appartengono a quell’epoca e la interpretano, in maniere diverse. Al “Neoclassicismo” di maniera, che aveva le sue radici negli anni Venti, si contrappone la ventata razionalista e quella del cosiddetto “Novecentismo”, quando cioè il Razionalismo incontrò l’esigenza del monumentalismo di Stato. Questa guida mette in evidenza come a Varese convivano correnti architettoniche diverse, tra tradizione e innovazione, soprattutto nella progettazione di nuovi palazzi che dovranno rappresentare la città e renderle servizio».

Non è stata perciò casuale la scelta del palazzo della Camera di Commercio in piazza Monte Grappa, uno dei principali monumenti di quell’epoca, realizzato – come quasi tutta la piazza – da una delle “archistar” romane dell’Epoca, Mario Loreti.

«Varese è diventata capoluogo di provincia nel 1927 e l’architettura che ha accompagnato questo suo ruolo istituzionale ha coinvolto la realizzazione di moltissimi edifici pubblici, sovrapponendo una città
“nuova” al borgo antico – ha spiegato a sua volta nella sua introduzione la presidente degli Architetti Elena Brusa Pasquè –  Una volta diventata capoluogo, Varese doveva mostrare un volto diverso da quello della “Versailles milanese”, quale era stata per i due secoli precedenti, con le sue ville di delizia posizionate nelle sue sette Castellanze. Occorreva un segno distintivo che la rendesse non più una città di villeggiatura, ma un luogo con un’anima diversa e in questo caso l’architettura ha offerto una nuova visione che è nata da concorsi di urbanistica e da singoli progetti che hanno trasformato Varese in una città capoluogo di una provincia operosa e ingegnosa assimilabile, negli anni tra le due guerre, ad una Manchester milanese. Le fabbriche erano in città e la città aveva due anime: quella delle ville di delizia e quella del mondo del lavoro».

Nella guida si trovano,  oltre ai principali palazzi di piazza Monte Grappa, anche il macello civico, l’ippodromo, la scuola De Amicis, la Questura, il palazzo delle Poste. Ma anche palazzi del centro famosissimi ma di cui magari non si conosce nè il nome della struttura ne di chi l’ha realizzata, come ili la splendida casa Sciarini di via Aldo Moro, progettata da Antonio Mazzoni.

«Qualcuno utilizzerà questi nostri percorsi come “guida turistica” – ha sottolineato infine Angela Baila, componente del Comitato scientifico dell’Ordine – Il che non è del tutto fuori luogo, considerato che la conoscenza è il primo moto dello spirito per appropriarsi della storia e tutelarne le sue manifestazioni fisiche. Quando l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Varese decise di pubblicare questo opuscolo, aveva indicato uno scopo ancora più ambizioso: quello, cioè, di dotare i visitatori della città di Varese, cosi come gli amanti dell’arte e dell’architettura, di un facile strumento che facesse anche riflettere sulla necessità di salvaguardare il patrimonio architettonico che si diffuse, in città e in provincia, nella prima metà del secolo scorso, sicuramente uno dei periodi più significativi per lo sviluppo del nostro territorio. L’iniziativa editoriale fornisce così un contributo al programma che l’Ordine degli Architetti di Varese intende sviluppare anche nei prossimi anni con lo scopo di favorire la conoscenza dell’architettura e, in particolare, di quegli edifici che, purtroppo, sono andati perduti a causa della mancanza di strumenti di protezione e politiche di tutela adeguate».

LA GUIDA DI VARESE, UN’OCCASIONE DI INCONTRO CON LA RUSSIA

Quello della presentazione della guida, da oggi disponibile sulle principali piattaforme librarie on line e nelle principali librerie, è anche un’occasione di incontro e scambio tra Italia e Russia: durante l’incontro infatti è stata presentata la collaborazione dell’ordine degli architetti di Varese con il congresso degli architetti russi, promossa da Rossella Bezzecchi, responsabile dell’Associazione RUSSITA. L’incontro ha infatti visto la partecipazione oltre di Bezzecchi, anche  di Ekaterina Chugunova, Fondatrice dell’International Architecture Congress Mosca.

Un risultato concreto, questo incontro tra professionisti, l’ha già avuto: un video che illustra alcune caratteristiche architettoniche di Varese che ha avuto un grande successo. «Non solo è stato visto a Mosca e in alte importanti città russe, ma ha scatenato l’entusiasmo nei confronti dell città degli architetti russi, che ora vogliono vederla a tutti i costi – ha sottolineato Rossella Bezzecchi – Tanto che stanno pensando di organizzare un convegno qui, per poi ricambiare lo scambio culturale in Russia».

Presentazione della Guida alla città di Varese
Foto di gruppo tra gli organizzatori del convegno

La collaborazione descritta ha fatto dire al sindaco di Varese come questa sia: «Un’occasione importante per la città, un attrattore per il territorio – ha spiegato Davide Galimberti – Per questo devo un apprezzamento particolare all’Ordine degli Architetti per il momento in cui viene presentata la guida,  un momento in cui tutte le città europee stanno subendo una importante trasformazione e con loro anche Varese. Avere un volume che fa una ricognizione dello stato attuale è importante anche per la città dei prossimi anni. Questo è il momento in cui la qualità deve essere premiata, e poichè in città ne abbiamo parecchia, è fondamentale esprimersi al meglio, anche con convegni come questi»

 

 

 

 

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 29 Ottobre 2021
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