Pantani, vicenda senza fine: riaperta l’inchiesta per la morte del Pirata
La Procura di Rimini ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio. Il campione di ciclismo morì il 14 febbraio 2004 in un residence della città romagnola

Non c’è pace per Marco Pantani, nonostante siano passati oltre 17 anni dalla sua morte avvenuta il giorno di San Valentino del 2004. È di poche ore fa, infatti, la notizia che la procura di Rimini ha riaperto per la terza volta l’inchiesta su quanto accaduto quel giorno al Residence Le Rose della città romagnola, dove venne trovato il corpo privo di vita del Pirata.
Secondo quanto confermato all’agenzia ANSA dall’avvocato della famiglia Pantani, Fiorenzo Alessi, è stato aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio. L’evoluzione dell’inchiesta avrebbe preso il via dopo una informativa della commissione parlamentare antimafia trasmessa a Rimini nel 2019. Di recente la Procura ha ascoltato anche Tonina, la mamma di Marco Pantani, da sempre in prima file per chiedere giustizia per il figlio.
Sul caso Pantani, nel corso degli anni, si sono accavallate una serie di inchieste e di ricostruzioni mediatiche, affiancate da voci di ogni genere, con radici in quel che accade il 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio, quando il corridore della Mercatone Uno venne fermato per ematocrito alto ed escluso da un Giro d’Italia dominato fino a quel momento. Quello fu il punto di svolta sia della carriera sia della vita del campione romagnolo che riuscì per un periodo a risollevarsi anche dal punto di vista agonistico, ma che venne segnato irrimediabilmente dall’accaduto. L’uso di droga, la depressione e le difficoltà successive lo portarono a morire da solo, in un residence, a inizio 2004. Ora, forse, una nuova strada giudiziaria.
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