Chiude il mitico meccanico Bolognesi, un pezzo di Cuveglio e della valle che se ne va
“Era, credo, il 1968. Avevo 10 anni allora, e, come tutti i bambini di quei tempi, riconoscevo le auto dal rumore...“. Il ricordo di un lettore per un luogo simbolo della Valcuvia che presto chiuderà i battenti

I poster e le strizzate d’occhio, i telai delle auto da rally e il clima dell’officina per bene, dove il lavoro viene fatto a regola d’arte ed è il meccanico a consigliarti che le pastiglie dei freni possono tirare ancora una stagione. Era – è – «il Bolognesi», quell’insegna tenuta quasi per mano da una delle tante fermate del tram che passava dalla Valcuvia e che ora sta ad addobbare il bordo strada prima di entrare nella zona di Cavona, frazione di Cuveglio. La storia di questa officina meccanica conosciutissima in valle e che fra poco chiuderà i battenti è ben raccontata da un amico e assiduo lettore di Varesenews (Arduino Calori) che offre i suoi ricordi che si affastelleranno ai tanti di altri lettori e clienti che passando dinanzi all’insegna della “Lancia“ penseranno ai tempi andati (ac).
Era, credo, il 1968.
Avevo 10 anni allora, e, come tutti i bambini di quei tempi, riconoscevo le auto dal rumore…la ” Bianchina” del Silvio….la 600 multipla del ” Marmelada”.. la Lancia Appia del Giocondo….
Ormai era partita la corsa a dotarsi di quell’agognata ” quattro ruote”, di cui non si sarebbe più riusciti a fare a meno.
Se ne era accorto anche un cuvegliese, anzi, Cavonese DOC…
Aquilino Bolognesi apriva la sua autofficina, proprio sulla provinciale in prossimità di Cavona.
Il cancellone sempre aperto, vicino alla “stazioncina” della corriera (le chiamavamo ancora così), e l’insegna “LANCIA” diventarono presto un punto di riferimento per molti automobilisti; le capacità di Aquilino, che le macchine le riparava senza bisogno di computer, diagnosi, diavolerie elettroniche, ma con la sapiente manualità di chi faceva il suo lavoro con passione, il suo carro attrezzi, la sua barba e l’immancabile sigaro erano ormai i beniamini di cuvegliesi e non.
Mario, il primogenito di Aquilino, ” figlio d’arte”, dopo anni di …apprendistato con papá, rilevò l’attività, ereditando quelle qualità umane, prima tra tutte la grande onestà.
Ora Mario, in età di pensione, ha deciso che è giunta l’ora di tirare i remi in barca; del resto le complicazioni burocratiche sono ormai, in generale, più ostiche da risolvere dei guasti motoristici.
“Il Bolognesi” chiude.
La stazioncina è ancora lì, ma il cancellone chiuso sarà, soprattutto agli occhi dei meno giovani, il testimone di un ennesimo pezzetto della storia di Cuveglio che scompare.
Voglio augurare al meccanico amico, ( prima amico, poi meccanico), di godersi finalmente il meritato riposo, e magari di ritrovarci presto in qualche gara rallystica, come ai vecchi tempi!
Auguri Mario, a tutta la tua famiglia!!!
Ardu
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