Frammenti di una figurazione

La Fondazione dedica una grande mostra omaggio a Domenico Gnoli

Arte - Mostre

Non si poteva trovare miglior luogo e una così chiara analogia tra gli spazi della Fondazione Prada in Milano e l’esposizione dei lavori di Domenico Gnoli. La punta di una scarpa, il colletto d’una camicia, un paio di bottoni, una ciocca di capelli, una cravatta, alcuni dettagli di vestiti, stoffe di divani, di materassi, d’ombre di corpi…un mondo di cose colto nella sua particolarità, nelle sue singole parti, nei suoi frammenti. Dipinti realizzati con una notevole tecnica che ha nel Vero, l’unica modalità rappresentativa.

Questa specificità realizzativa e d’analisi se pur apparenta il lavoro di Gnoli, al grosso Movimento internazionale della POP, allo stesso tempo lo tiene separato e lo include solo come situazione pittorica, più che per via d’un possibile apparentamento visivo. Il lavoro di Gnoli, infatti, è lontano dalla fredda oggettività delle cose rappresentate nel Movimento Pop, il suo mondo è più una riflessione sulla tradizione dell’arte e su quelle dinamiche di classicità che ci vengono dal Rinascimento in analogia a quei frammenti antichi che hanno costituito per noi buona parte delle nostre riflessioni sull’Arte. Il realismo di Gnoli ci racconta questo aspetto, le sue tele non denotano un definito contesto, sono un mondo a sé, capace di generare un definito campo figurativo ma è anche una pittura che, attraverso i frammenti o i particolari “presentati”, diventa momento e testimonianza delle nostre inquietudini e solitudini, al di fuori da ogni ideologia o di ogni critica sociale

Con questa iniziativa la Fondazione ha raggiunto così il grosso obbiettivo di riportare, nel contesto attuale dell’arte, un autore che malgrado le sue capacità disegnative, pittoriche e teoriche è rimasto sempre appartato e la cui notorietà artistica è da sempre demandata solo alla stagione pittorica, realistica, dell’ultimo periodo. La pittura di Gnoli, al contrario, pur rappresentando frammenti di cose e oggetti ben visibili si fa testimone di una condizione esistenziale, di un mondo che nella sua pittura incombe immobile e in forma assoluta nello spazio definito della tela, in grado però d’andare al di là della sua semplicistica oggettualità. Non è un realismo oggettivo come quello del mondo pop americano. L’oggettivazione di quei frammenti, il loro isolamento recupera la dimensione del reperto, gli dona una funzione, una sua densità, lo fa oggetto d’una classicità immanente, portatrice di una sua universalità.

La mostra milanese, già concepita da Germano Celant e oggi organizzata presso la Fondazione, raggruppa lavori di più di un ventennio, con un grosso numero di disegni e progetti di notevole importanza che mostrano, in tutta la loro originalità, le capacità culturali e realizzative di Gnoli. Lavori disegnativi spesso prodotti come illustrazioni, che narrano storie tratte da testi di diversi scrittori italiani o sono progetti per le scenografie, come quelle di Londra e New York, momenti artistici che hanno dato valore internazionale al suo complesso e emozionante lavoro d’artista.

 

DOMENICO GNOLI
Fondazione PRADA, Milano
sino al 27 febbraio 2022
Info: 02–56662612

di
Pubblicato il 07 Gennaio 2022
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