Polemiche sul centro vaccinale di Rancio Valcuvia: temperature estreme, fango e bagni chimici impraticabili
La tensostruttura, allestita nella primavera scorsa, continua a essere uno degli hub vaccinali della Sette Laghi. Le condizioni di lavoro, però, sono precarie. La replica dell'azienda ospedaliera

Temperature rigide al mattino presto e caraibiche nel corso della giornata. Gabinetti chimici esterni in mezzo alla campagna e senza riscaldamento, mancanza di acqua dai rubinetti dalle tubature esposte al ghiaccio. Sono alcune delle lamentele che riguardano l’hub vaccinale di Rancio Valcuvia, attivo dal maggio scorso, uno dei punti gestiti dall’Asst Sette Laghi.
Le richieste di intervento per sistemare le piccoli e grandi criticità, compreso lo sfaldamento di alcuni punti della tensostruttura e del pavimento provvisorio approntato la primavera scorsa, sono state fatte all’Asst Sette Laghi e persino ad Ats Insubria che ha fatto un sopralluogo per rendersi conto della situazione operativa.

Le richieste puntano soprattutto a migliorare la vivibilità della struttura che registra sbalzi di temperatura e una serie di problemi collegati alla provvisorietà del centro, come il fango che si crea quando piove.
A completare la lista di criticità è anche la collocazione fuori mano, poco collegata dai mezzi pubblici e che, nel periodo invernale risulta, molto buia.
Tra le alternative che vengono indicate c’è l’ospedale di Cittiglio, una sede più stabile che potrebbe garantire un diverso e migliore confort sia agli operatori sia ai cittadini.
LA REPLICA DELL’AZIENDA OSPEDALIERA SETTE LAGHI
L’hub vaccinale di Rancio Valcuvia esiste innanzitutto grazie alla grande disponibilità e collaborazione dimostrate dall’Esercito, dalla Comunità Montana Valli del Verbano e dalla Protezione civile.
Loro hanno messo a disposizione lo spazio, la tensostruttura e personale prezioso, in un contesto che purtroppo non offre alternative stabili. L’ASST Sette Laghi ha cercato di mettere a frutto questa opportunità dando il massimo. I numeri sembrano confermarlo: dal 3 aprile 2021, giorno dell’inaugurazione del centro vaccinale, a Rancio sono state somministrate 212.436 vaccinazioni. Le 10 linee vaccinali iniziali, poi aumentate a 12 nello scorso dicembre, hanno lavorato ininterrottamente per mesi, dapprima sulle 12 ore, adesso dalle 8.00 alle 22.00, senza rallentamenti.
Certamente lavorare sotto una tensostruttura comporta dei disagi, soprattutto in inverno e in un contesto come quello della Valcuvia, dove le temperature minime registrate in queste notti toccano i meno sei gradi. Ma l’impianto di condizionamento installato funziona con efficacia, tanto che la temperatura media sotto la tenda oscilla tra i 23 e i 24 gradi. Solo al mattino presto è capitato in un paio di occasioni che i primi operatori trovassero un ambiente con 15 gradi, che sono stati però riportati sopra i venti in meno di mezz’ora. L’ufficio tecnico dell’ASST Sette Laghi, così come i tecnici della Comunità Montana e del Comune di Rancio sono sempre intervenuti prontamente nelle rispettive aree di competenza. Resta il problema dell’acqua degli scarichi dei bagni che nelle prime ore del mattino, in questi giorni particolarmente rigidi, è gelata. Si è provato ad utilizzare il liquido antigelo, ma con scarsi risultati.
Per quanto riguarda il fango presente nel piazzale nei giorni più umidi, proprio recentemente il Comune ha provveduto a ricoprire i percorsi dei vaccinandi con altro calcestre, il ghiaietto che consente di tenere pulite le vie di accesso e di uscita dalla tenda.
«Lavorare in una tenda pone certamente dei disagi. – precisa il DSS Ivan Mazzoleni – I nostri operatori però hanno affrontato la situazione con professionalità e responsabilità, consapevoli dell’importanza dell’attività che sono stati chiamati a svolgere. I numeri lo dimostrano e la soddisfazione espressa da tanti cittadini che hanno ricevuto il vaccino a Rancio lo conferma. Spiace leggere che, anche davanti ad un modello di efficienza e collaborazione così ben riuscito, ci sia qualcuno che voglia enfatizzare le criticità proponendo tra l’altro alternative assolutamente fuori luogo».
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