Azienda grande, premio di risultato più alto

Una ricerca della Fiom Cgil evidenzia la polarizzazione nel pagamento del premio. Cartosio: "Dipende dai livelli di valore aggiunto della produzione. È necessario che ci sia un contratto nazionale forte"

leonardo generico

Quando si parla di premi di risultato, l’obiezione che viene sollevata, soprattutto dai lavoratori delle aziende più piccole, è la grande differenza in termini quantitativi rispetto ai premi erogati dalle grandi aziende. Sono variazioni importanti che possono arrivare anche a 5mila euro. Questa polarizzazione non è una questione da sottovalutare in quanto potrebbe innescare una spaccatura tra i lavoratori.
Il sindacato ne è consapevole tanto che la Fiom Cgil di Varese ha condotto sul tema una ricerca, analizzando i premi erogati nel triennio 2017-2019. (nella foto lavoratori del gruppo Leonardo)

La prima evidenza è che l’importo del premio cresce al crescere della dimensione aziendale. Su un campione di 60 premi di risultato contrattati in aziende per un totale di 16.000 addetti, il quadro che ne risulta è il seguente: circa il 40% dei premi pagano fino a 1000 euro all’anno, un altro 40% eroga importi compresi tra i 1000 e i 2000 euro, il 20% paga oltre 2000 euro all’anno, di questi meno della metà oltre 3000 euro.

IL VALORE AGGIUNTO CONTA

Il tema in discussione è quello del valore aggiunto della produzione: dove c’è, si riesce a moltiplicare anche quello del lavoro. Di conseguenza nelle aziende più grandi vengono pagati premi di risultato più alti. La ricerca della Fiom evidenzia infatti valori molto disomogenei negli importi medi per addetto e per azienda: nel primo caso la cifra oscilla tra i 2400 e i circa 2800 euro annui, circa il doppio della media per azienda che è sostanzialmente stabile attorno ai 1400 euro annui. 

IL SALTO DEL PDR NELLE AZIENDE CON PIÙ DI 500 ADDETTI

Se si osserva il dato relativo alle classi dimensionali la polarizzazione rispetto al premio di risultato è ancora più evidente. Nelle imprese fino a 100 addetti, gli importi si aggirano molto stabilmente attorno a 1200 euro annui, mentre tra i 100 e i 200 addetti gli importi variano da circa 1100 a circa 1300 annui. Poco più alto è il premio tra le aziende metalmeccaniche che hanno tra i 200 e i 500 addetti,  dove gli importi sono stabilmente attorno ai 1500 euro annui. Il vero salto si ha invece in quelle che hanno più di 500 addetti, dove il premio oscilla  tra i 3000 e 3500 euro annui.

«Questa differenza dipende dai livelli di valore aggiunto della produzione – spiega Nino Cartosio, segretario provinciale della Fiom Cgil – È quindi necessario che ci sia un contratto nazionale forte, altrimenti ci si assesta a questi livelli con la conseguente polarizzazione. Va inoltre considerato che la contrattazione diffusa sul territorio riguarda circa 18 mila lavoratori ma i metalmeccanici sono 40mila. In tanti casi raggiungere le piccole aziende è fisicamente difficile».

La riflessione della Fiom: “Verso un premio di risultato unico per i lavoratori di Leonardo”

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Febbraio 2022
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