“Cento passi ancora“, il tema sulla mafia dello studente di terza media di Induno Olona che mette i brividi

La composizione di un giovanissimo che emoziona i professori per il grande valore simbolico delle parole e dei soggetti descritti: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Peppino Impastato

Induno Olona generiche

«Sarà che sono siciliana, ma quando ho letto questo tema mi sono venuti i brividi, e ho pianto».
La prof di lettere Grazia Vicino non credeva ai suoi occhi quando le è passato per le mani il tema che pubblichiamo integralmente scritto da uno studente di 13 anni durante una prova scritta di italiano. Un testo di grande intensità, quasi poetico, forte per i contenuti ma anche per la forma e il momento: il 1992 fu un anno tragico per i servitori dello Stato che lottavano contro la mafia. Ma sulle macerie di quelle bombe oggi i semi della legalità e del rispetto delle regole qualche volta fioriscono.

(andrea camurani)

 

100 passi ancora…

23 Maggio 1992
A Capaci, nel silenzio dell’autostrada, un solo suono si ode: “Booom”. Lì, insieme a tua moglie e agli uomini di coraggio della tua scorta, perdi la vita in una nuvola nera e puzzolente. Quel tanfo non proviene dai detriti in fiamme o dalle gomme bruciate. No!
Quello è il tanfo della Mafia.

12 Luglio 1992
Tu, che nel silenzio assordante di quella macchina che esplode, te ne vai su dal tuo amico Giovanni…
Tu, che sei morto lottando contro la Mafia.

9 Maggio 1978
“La Mafia è una montagna di merda”.
Eri ancora “picciotto” a quel tavolo circondato dai tuoi “cari mafiosi”, ma come potevi saperlo, allora? Lì, vicino a zio Tano, seduto con quell’aria sicura da uomo rispettabile e d’onore. Tante cose non capivi, ma ora sei grande e capisci meglio, sai cosa vuoi e scegli il Comunismo. Ci sono le proteste e si finisce in carcere, e lo zio Tano ti tira fuori. Perché?!
Tu, Peppino, che con la radio hai denunciato non solo ”Tano Seduto”, come ti piaceva chiamarlo, ma tutta la Mafia di Cinisi, sei stato cacciato da tuo padre, ma non ti importa, nessuno è riuscito ad indebolire la tua fibra, perché hai un compito da eseguire e lo vuoi portare a termine. Tu continui a denunciare tramite la radio quello che pensavi fosse un parente. Ma la Mafia non tiene mai la testa bassa, deve sempre reagire! É intoccabile.
Ebbene sì, quelli della Mafia sono pagati per fornire protezione e pagano per essere protetti; corrompono pure la polizia, perché ogni tanto…ops…muore qualcuno. Ma non pensate…non è stata la Mafia, nooo… era un suicidio!
Come quello tuo, Peppino, quella maledetta sera.
“Ti spaccassi a testa supra ‘na roccia, in aria ti facissi saltare”… è passato come suicidio.
La macchina che ti seguiva che c’entrava? Erano solo i picciotti di Tano!
Che male potevano farti?!

Tu, Peppino, Giovanni, Paolo, Rita e molti altri che combattono siete l’anima più vera di un cambiamento, custodi del vero onore, del vero rispetto, dell’amicizia e della giustizia.

Dell’alunno Matteo A., classe terza della secondaria di primo grado dell’I.C “B. Passerini” di Induno Olona

(nella foto, la strage di Capaci, 23 maggio 1992 dove morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro)

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Pubblicato il 15 Febbraio 2022
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Commenti

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  1. Nadia Zorzan
    Scritto da Nadia Zorzan

    E’ bello trovare ragazzi così, sono delle perle che brillano,complimenti.

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