Condannato a due anni per maltrattamenti in famiglia a Porto Valtravaglia
Frustrato, non si rassegnava alla perdita della famiglia: “Ma ora voglio che la mia ex moglie sia libera”
I figli assistevano alla violenza di papà sulla mamma. Un uomo che non voleva rassegnarsi al fatto che la storie fosse finita anche per via di quelle violenze continuate – per anni – : aggressioni anche nei confronti della cognata con intrusione nell’abitazione di quella che era oramai la sua ex moglie, altro reato contestato dal capo d’imputazione per fatti avvenuti nell’agosto 2021.
Una situazione che ha spinto la moglie a denunciare e a ricorrere alla protezione delle istituzioni in una abitazione protetta, e poi trovate una sua strada. Nel frattempo l’azione penale è partita è proseguita e per i maltrattamenti, le lesioni e la violazione di domicilio contestata il pubblico ministero ha chiesto 3 anni e 2 mesi di reclusione. L’uomo era già stato condannato dal tribunale per fatti partiti dal 2004 ma spintisi fino al 2017. “Il comportamento dell’imputato dal 2017 al 2021, quando cessa la convivenza con la moglie le violenze fisiche sono finite”, ha ricordato l’avvocato Andrea Pellicini, “certamente dava noia, non si arrendeva, ma le violenze sono cessate”. Salvo l’episodio contestato avvenuto nell’estate scorsa a Porto Valtravaglia.
“Voglio che mia moglie rimanga libera”, ha detto l’imputato in aula (assistito dalla polizia penitenziaria perché in carcere dal settembre 2021). Il difensore ha chiesto il minimo della pena e la sostituzione della misura cautelare (in carcere) in divieto di avvicinamento e divieto di dimora.
Il giudice Crema ha condannato l’imputato a 2 anni 9 mesi e 15 giorni e al risarcimento delle parti civili a 7 mila e 2 mila euro.
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